Ilaria Cucchi: "Ora nessuno potrà più negare che Stefano sia morto per il pestaggio subito"

Ilaria Cucchi: "Ora nessuno potrà più negare che Stefano sia morto per il pestaggio subito"

Ilaria Cucchi: "Ora nessuno potrà più negare che Stefano sia morto per il pestaggio subito"


10 maggio 2022, ore 08:00 , agg. alle 08:39

La Cassazione ha pubblicato le motivazioni della sentenza che condanna a dodici anni i carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro

"Per me e per la mia famiglia si chiude un capitolo estremamente doloroso. Leggere nero su bianco che gli assassini di mio fratello sono stati condannati in via definitiva ripaga di tanti anni di sofferenze, non certamente per spirito di vendetta ma di giustizia". A dirlo all'Adnkronos è Ilaria Cucchi dopo le motivazioni della sentenza con cui lo scorso 4 aprile i giudici della quinta sezione della Cassazione hanno condannato a 12 anni i due carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro, accusati di omicidio preterintenzionale per il pestaggio e la morte di Stefano Cucchi. Con la sentenza è stato disposto anche l'appello bis per Roberto Mandolini e Francesco Tedesco, condannati in appello a 4 e a 2 anni e mezzo con l'accusa di falso.

Le dichiarazioni di Ilaria Cucchi

"Per quanto riguarda Mandolini, al di là delle dichiarazioni del suo difensore, con il deposito così rapido delle motivazioni gli direi di non cantare vittoria, forse non può contare sulla prescrizione. In ogni caso - sottolinea Ilaria Cucchi assistita in questi anni di battaglie giudiziarie dall'avvocato Fabio Anselmo - è stato riconosciuto e nessuno potrà più negare che Stefano Cucchi è morto per il violentissimo pestaggio subito".

Le motivazioni

Il "pestaggio" di Stefano Cucchi avvenuto nella caserma dei carabinieri di Roma Casilina - la notte del 16 ottobre 2009 - è stata la "causa primigenia" di una serie di "fattori sopravvenuti", tra i quali le "negligenti omissioni dei sanitari", che hanno causato la morte del geometra romano. Lo afferma la Cassazione nella motivazioni del verdetto che ha condannato a 12 anni di reclusione i Carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro. "La questione della prevedibilità dell'evento" delle lesioni e poi della morte, nel caso del pestaggio subito da Stefano Cucchi ad opera dei Carabinieri, "è certamente fuori discussione, date le modalità con le quali gli imputati hanno percosso la vittima, con colpi violenti al volto e in zona sacrale, ossia in modo idoneo a generare lesioni interne che chiunque è in grado di rappresentarsi come prevedibile conseguenza di tale azione".


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