Iraq, ventidue anni fa la strage di Nassiriya: morirono 28 persone, tra cui 19 italiani.
Iraq, ventidue anni fa la strage di Nassiriya: morirono 28 persone, tra cui 19 italiani. Photo Credit: ANSA
12 novembre 2025, ore 10:06
Messaggi di cordoglio dalle istituzioni per ricordare il sacrificio di chi lavorava per la pace
IL NOME DI UNA STRAGE
Nassiriya è una città nel sud dell’Iraq. Dal 12 novembre 2003 per l’Italia è il nome di una strage. 22 anni fa, dopo la seconda guerra del Golfo, l’ONU affidò alle varie forze militari occidentali una missione di peace keaping, mantenimento di una pace in realtà assai precaria. Carabinieri ed esercito vennero inviati proprio a Nassiriya. In quella mattina un camion cisterna pieno di esplosivo scoppiò davanti all'ingresso della base Maestrale, provocando successivamente l'esplosione del deposito munizioni. L'attentato provocò 28 morti, 19 italiani e 9 iracheni.
EVITATA UNA STRAGE PEGGIORE
Nell'esplosione rimase coinvolta anche la troupe del regista Stefano Rolla che si trovava sul luogo per girare uno sceneggiato sulla ricostruzione dell’Iraq. L'appuntato Andrea Filippa, di guardia all'ingresso della base principale, prima di morire riuscì a uccidere i due attentatori, tant'è che il camion non esplose all'interno della caserma ma sul cancello di entrata, evitando così una strage di più ampie proporzioni.
I NOMI DELLE VITTIME
I morti italiani di Nassiriya resteranno nella memoria. Questi i loro nomi: i carabinieri Massimiliano Bruno, Giovanni Cavallaro, Giuseppe Coletta, Andrea Filippa, Enzo Fregosi, Daniele Ghione, Horacio[2] Majorana, Ivan Ghitti, Domenico Intravaia, Filippo Merlino, Alfio Ragazzi, Alfonso Trincone; poi ancora i militari dell’esercito Massimo Ficuciello, Silvio Olla, Alessandro Carrisi, Emanuele Ferraro, Pietro Petrucci; poi i civili Marco Beci, cooperante internazionale e Stefano Rolla, regista.
IL RICORDO DEL PRESIDENTE
Oggi, nel ventiduesimo anniversario, sono numerosi i messaggi per ricordare quanto successo. Il presidente della repubblica Sergio Mattarella ha scritto: “ Nella Giornata del Ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace, la Repubblica rinnova il suo commosso pensiero a quanti hanno sacrificato la vita al servizio dell'Italia e della comunità internazionale, testimoniando con coraggio e dedizione il valore della solidarietà e dell'impegno per la pace tra i popoli. Dalle vittime in Congo nel 1961 a Nassiriya e sino ai conflitti più recenti, hanno operato per la Patria e per la causa della solidarietà internazionale, portando aiuto e speranza a popolazioni oppresse da guerre, povertà e ingiustizie. Oggi il mondo è attraversato da nuove e dolorose ferite: dall'area del Sahel al conflitto che coinvolge tutta l'area mediorientale, alla guerra che da oltre tre anni insanguina il suolo ucraino, continuano a cadere vittime civili innocenti. Queste tragedie, alimentate da odio e contrapposizioni, rischiano di allargarsi, di rinfocolare conflitti sopiti e di travolgere intere regioni, generando instabilità, forme di neocolonialismo e nuovi pericoli per la sicurezza internazionale. L'Italia, fedele alla propria tradizione di dialogo e di cooperazione, continuerà a contribuire con determinazione alle missioni internazionali mettendo a disposizione, nelle aree di crisi, il proprio personale militare e civile. Un impegno che riflette i valori sanciti dalla nostra Costituzione e il profondo senso di umanità che anima la nostra comunità nazionale. I militari e i civili impegnati oggi nelle zone di conflitto sanno di poter contare sul sostegno e sull'affetto degli italiani. A loro, e alla memoria di quanti hanno donato la vita per il bene comune, va la riconoscenza della Repubblica”.
IL GRAZIE DELLA PREMIER
Su Nassiriya è intervenuta anche la premier Giorgia Meloni, che ha scritto: “Oggi, 12 novembre, ricorre la Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace. Ventidue anni fa, a Nassiriya, un camion pieno di esplosivo forzò il posto di blocco all'ingresso della base Maestrale, sede della MSU italiana dei Carabinieri, provocando la morte di 28 persone, tra cui 19 nostri connazionali tra civili, militari e carabinieri. In occasione di questa giornata, voglio ringraziare ancora una volta tutti coloro che operano nelle missioni internazionali di pace, mettendo a rischio la propria incolumità a difesa dei nostri valori e della sicurezza di tutti noi. Proprio come quei servitori dello Stato che a Nassiriya hanno dato la vita per l'Italia e per compiere fino alla fine il loro dovere. Figli della nostra Patria che sono partiti con coraggio, portando con sé valori di pace, onore e servizio. A tutti loro e alle loro famiglie va, ancora oggi e per sempre, il nostro pensiero commosso e grato. Non dimenticheremo mai il loro sacrificio”.
