Kiev colpisce i mercenari Wagner ma Natale sarà al buio

Kiev colpisce i mercenari Wagner ma Natale sarà al buio

Kiev colpisce i mercenari Wagner ma Natale sarà al buio   Photo Credit: Fotogramma.it


12 dicembre 2022, ore 08:00 , agg. alle 13:03

'Danni alle centrali, dovremo scegliere a chi dare la luce'. La via del negozato non è stata mai ripresa da Kiev e Mosca, intanto contatti telefonici dei leader con Erdogan e Macron

La controffensiva di Kiev prende di mira i mercenari sanguinari della Wagner, i fedelissimi di Putin accusati dei crimini più atroci in Ucraina. A Melitopol bombe sono cadute su una caserma russa, secondo il Guardian base dei paramilitari di Prigozhin. Oltre 200 gli "invasori" eliminati, ha annunciato il sindaco ucraino della città occupata dalle truppe di Mosca, che invece hanno minimizzato parlando di due vittime e una decina di feriti. E anche nel Lugansk, un quartier generale di Wagner in un hotel è esploso nella città di Kadiivka, provocando "molte perdite tra gli occupanti", secondo il capo dell'amministrazione militare regionale, Sergei Gaidai.

UN NATALE DI GUERRA, AL GELO E AL BUIO

Risultati, quelli contro i russi, che risollevano il morale degli ucraini mentre si preparano a un Natale di guerra, gelo e blackout. Perchè "dopo otto ondate di attacchi missilistici contro il Paese, tutte le centrali termiche e idroelettriche hanno danni" e il governo sarà costretto a scegliere chi avrà la luce e chi no, ha avvertito il premier ucraino Denys Shmyhal mentre l'elettricità sta gradualmente tornando a Odessa, anche se 300 mila persone restano ancora senza energia elettrica. Il conflitto continua a portare distruzione da entrambe le parti del fronte: secondo le autorità ucraine, raid russi sono avvenuti sul Donetsk, Lugansk, Kharkiv, Dnipropetrovsk, Kherson, Mykolaiv e Sumy, mentre i filorussi hanno riferito che 170 proiettili, inclusi razzi Grad, sono stati sparati dalle truppe di Kiev contro diverse città dell'autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk. Secondo il sindaco dell'omonima citta', Kiev ha bombardato il mercato Mayak, provocando un incendio. I partigiani Atesh hanno contribuito alla causa della resistenza ucraina con un attacco a una base russa di Radianske, in Crimea, uccidendo due soldati. Le bombe continuano a portare morte tra i civili in diverse regioni, e non risparmiano i più piccoli: sono 855 i bambini rimasti feriti dall'inizio della guerra, mentre 443 sono stati uccisi finora. Per le atrocità della guerra, il ministro degli Esteri britannico chiede "un'assunzione di responsabilità" dei russi, anche da parte dello stesso Putin, che oltre alla condanna dell'Occidente è costretto a incassare le critiche anche dai fedelissimi in casa. Come l'influente blogger russo nazionalista Igor 'Strelkov' Girkin, che in un video ha riferito come alcuni ufficiali russi non siano affatto contenti del presidente e dei vertici militari, a causa della cattiva gestione della guerra. "La testa del pesce è completamente marcia", l'esercito russo ha bisogno di riforme e di un apporto di persone competenti, ha detto l'ex ufficiale dell'Fsb, riportando l'insoddisfazione delle forze armate verso il ministro della Difesa Shoigu e persino verso lo zar.

IL NEGOZIATO MAI RICOMINCIATO

Una soluzione mediata del conflitto resta un miraggio. In una telefonata con Putin, il presidente turco Erdogan ha espresso la speranza che la crisi ucraina venga risolta al più presto. Il leader di Ankara ha chiamato Zelensky, al quale ha promesso assistenza umanitaria per affrontare il duro inverno, dopo aver parlato di una possibile espansione dell'accordo sul grano. La Turchia conferma così il suo ruolo di mediazione. Ma nelle loro inamovibili posizioni, Mosca e Kiev sono lontane dal tavolo del negoziato, mentre il Cremlino evidenzia come con l'Occidente sia in corso una "fase di scontro" e il consigliere di Zelensky Podolyak ribadisce che la fine della guerra si otterrà solo con la sconfitta militare degli invasori, sanzioni e "il sabotaggio interno" in Russia.

COLLOQUIO KIEV PARIGI

Il presidente ucraino ha invece "sincronizzato le posizioni" con il suo omologo francese Macron in vista del prossimo G7 virtuale e soprattutto della conferenza di Parigi del 13 dicembre, riunioni sulle quali si concentrano tutte le aspettative per aprire uno spiraglio alla diplomazia. Se il dialogo non è al momento un'opzione, i due fronti continuano ad armarsi per cercare di prevalere sul terreno. L'Ucraina sta lavorando allo sviluppo di droni di produzione nazionale per colpire le retrovie nemiche. Mentre da Mosca è arrivato l'annuncio di un incremento della produzione delle sue armi più potenti, "anche basate su nuovi principi fisici", per contrastare i Paesi occidentali.


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