L'affido della bimba down abbatte un muro

L'affido della bimba down abbatte un muro

L'affido della bimba down abbatte un muro


05 ottobre 2017, ore 12:58

Il punto su RTL 102.5 di Fulvio Giuliani

La decisione è saggia e certamente ponderata. La storia bella e importante. Aver concesso l'affido di una bimba affetta da sindrome di Down a un single, abbatte un muro e apre uno spiraglio, in una strada dolorosa e complessa. Quella delle adozioni, che al momento vede esclusi donne e uomini, che non abbiano un compagno. E' innanzitutto una storia d'amore e massimo altruismo. Un donarsi, senza condizioni e senza paura. Si badi, nessuno - è la mia opinione - può ergersi a fustigatore delle sette coppie, che hanno detto di No all'affido della piccola.
Non se la sentivano e vanno capiti. Emettere giudizi, senza sapere e conoscere, sarebbe frettoloso e ingiusto. Se non ipocrita. Di certo, quest'uomo, che si è fatto avanti, merita solidarietà e il plauso di tutta una comunità. Di più, però, meriterebbe appoggi concreti, servizi e strutture dedicate. Come tutti i genitori di bimbi speciali. Nessuno può capire e forse neppure lontanamente immaginare cosa possa significare, nell'Italia del terzo millennio, crescere dei piccoli con esigenze straordinarie.

Nel nostro Paese, quelle differenze sociali e di opportunità economiche, che sono tornate a crescere in generale, con i bimbi affetti dalle più diverse patologie diventano voragini. Una famiglia, che non abbia una buona disponibilità economica, rischia di vivere un calvario. Non è in discussione, qui, la straordinaria disponibilità e spesso abnegazione del personale delle strutture pubbliche, ma la loro insufficienza. Avremmo bisogno di più donne e uomini, più mezzi, più disponibilità, per aiutare le mamme e papà e i loro bimbi speciali a vivere e crescere, nelle migliori condizioni possibili. La storia della piccola di Napoli può essere un'occasione straordinaria di dibattito e presa di coscienza. Parlarne, parlarne sempre di più è il primo passo: per aiutare tutti a vincere vergogne e imbarazzi e considerare quei bambini figli di tutti. Non è vuoto buonismo, è un'esigenza di civiltà.

Detto da un papà di un pupo immensamente fortunato, che ogni tanto non può evitare di fermarsi a pensare a chi aspetterà mesi, per una parola o un passo in più. Felici di ciò che per tanti genitori come me è scontato, al più una questione di tempo.

Grazie, allora, a quel single senza paura e alla piccola, per ogni volta che una mamma e un papà proveranno gratitudine, per l'inestimabile valore della salute dei propri figli. E sentiranno di dover far qualcosa, per chi ha bisogno di sostegno e aiuto concreto.

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