L'emozione di Mario Draghi al Senato, cronaca del discorso del premier, arriva la nuova ricostruzione

L'emozione di Mario Draghi al Senato, cronaca del discorso del premier, arriva la nuova ricostruzione

L'emozione di Mario Draghi al Senato, cronaca del discorso del premier, arriva la nuova ricostruzione


17 febbraio 2021, ore 13:00 , agg. alle 17:09

Il presidente del Consiglio sbaglia a citare un numero per l'emozione, Giorgetti alla sua destra lo corregge

La notizia è che anche Draghi si emoziona. Nel suo discorso programmatico alla camera, durato poco meno di un’ora, alla faccia delle previsioni che parlavano di 20 minuti, ad un certo punto ha sbagliato un numero: due milioni di persone in terapia intensiva - ha detto il premier – con Giorgetti, seduto alla sua destra che lo ha subito corretto . Sono duemila. Del resto, già all’inizio del suo intervento, Draghi ha candidamente dichiarato che la nomina a premier “è stata la più grande emozione della sua vita”. E detto da uno che di ruoli chiave nella sua carriera ne ha ricoperti, la sua ammissione ha un sapore particolare.

I numeri del discorso

Ventuno applausi, alcuni non troppo convinti, per un discorso di visione che è stato più politico che non tecnico. Il segno degli equilibri è chiaro fin dall’occupazione delle poltrone governative al Senato: alla destra di Draghi, Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo Economico (Lega) e alla sinistra, Stefano Patuanelli, ministro delle politiche agricole (Movimento 5Stelle). I tecnici, quelli inseriti nei dicasteri chiave, erano più lontani dal presidente del Consiglio. Come a dire: “i tecnici ci sono, ma ho bisogno dei politici per governare” e soprattutto “ho bisogno della pax politica”. Ed nei cinquantatré minuti di durata delle dichiarazioni programmatiche, Mario Draghi la politica l’ha fatta subito sua. Ha toccato tutti i temi cari ai partiti che stasera gli voteranno la fiducia. Primo applauso quando annuncia che la popolazione sarà informata con anticipo sulle misure di contrasto al Covid. Ringraziano sentitamente gli imprenditori della montagna, allertati poche ore prima di una riapertura vista poi con il binocolo. Vivisezionando il discorso del premier parola per parola, la più citata è “pandemia”. Venti volte è stata ripetuta da Mario Draghi. Poi “paese”, 18 volte e “programma” 14 volte. In ordine sparso “donne” 10 volte e “giovani" 9 volte.

L'idea di base

C’è, però, un’ idea trainante nel programma di Draghi: “Oggi noi abbiamo come accadde ai governi dell’immediato Dopoguerra la possibilità, o meglio la responsabilità, di avviare una Nuova Ricostruzione – ha detto il presidente del Consiglio - l’Italia si risollevò dal disastro della Seconda Guerra Mondiale con orgoglio e determinazione, e mise le basi del miracolo economico grazie a investimenti e lavoro. Ma soprattutto grazie alla convinzione che il futuro delle generazioni successive sarebbe stato migliore per tutti. A quella Ricostruzione collaborarono forze politiche ideologicamente lontane. Sono certo che anche a questa Nuova Ricostruzione nessuno farà mancare il proprio apporto”. Ed è proprio su questa premessa che Draghi dovrà tenere uniti i partiti di governo.

L'appello finale

Anche perché l’appello finale è di quelli che non lasciano scampo: “Questo è il terzo governo della legislatura. Non c’è nulla che faccia pensare che possa far bene senza il sostegno convinto di questo Parlamento. È un sostegno che non poggia su alchimie politiche ma sullo spirito di sacrificio con cui donne e uomini hanno affrontato l’ultimo anno, sul loro vibrante desiderio di rinascere, di tornare più forti e sull’entusiasmo dei giovani che vogliono un paese capace di realizzare i loro sogni. Oggi, l’unità non è un’opzione, l’unità è un dovere. Ma è un dovere guidato da ciò che son certo ci unisce tutti: l’amore per l’Italia”.


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