L’Italia scivola al 30/mo posto nella lotta alla crisi climatica. Il podio della classifica resta vuoto

L’Italia scivola al 30/mo posto nella lotta alla crisi climatica. Il podio della classifica resta vuoto

L’Italia scivola al 30/mo posto nella lotta alla crisi climatica. Il podio della classifica resta vuoto


09 novembre 2021, ore 14:00

Il nostro Paese perde posizioni nella classifica redatta dalle Ong Germanwatch, Can (Climate action network) e NewClimate Institute in collaborazione con Legambiente per l'Italia

In queste settimane di Cop26 torna dai tavoli di lavoro alle piazze della protesta il tema della febbre del pianeta. L’allarme viene ripetutamente lanciato, e a fare da cassa di risonanza oggi arriva il report annuale di Germanwatch, Can e NewClimate Institute con Legambiente. L’Italia perde 3 posizioni e finisce al 30/mo posto della classifica di 63 Paesi più l'Ue nella lotta alla crisi climatica - Climate Change Performance Index 2022 -. Il nostro Paese segna una pessima performance, va detto però che anche quest’anno il podio resta vuoto, in quanto nessuno ha raggiunto la performance necessaria per contenere il riscaldamento globale entro 1 ,5 gradi centigradi. Danimarca, Svezia e Norvegia si posizionano dal quarto al sesto posto, soprattutto per lo sviluppo delle rinnovabili. In fondo alla classifica, i Paesi esportatori e utilizzatori di combustibili fossili come Arabia Saudita, Canada, Australia e Russia.

IL PEGGIOR PIAZZAMENTO DELL’ITALIA

Nel rapporto, spiega Legambiente, si prende in considerazione la performance climatica di 63 paesi, più l'Unione Europea nel suo complesso, che insieme rappresentano il 92% delle emissioni globali. "Il peggioramento in classifica dell'Italia - spiega Mauro Albrizio, responsabile ufficio europeo di Legambiente ci conferma l'urgenza di una drastica inversione di rotta. Si deve aggiornare al più presto il Pniec (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima) per garantire una riduzione delle nostre emissioni climalteranti, in linea con l'obiettivo di 1,5 gradi centigradi, di almeno il 65% entro il 2030. Andando quindi ben oltre l'obiettivo del 51% previsto dal Pnrr e confermando il phase-out del carbone entro il 2025 senza ricorrere a nuove centrali a gas".

VERSO LA TRANSIZIONE ECOLOGICA

L'Italia ha a disposizione ben 70 miliardi, allocati dal Pnrr per la transizione ecologica, da investire per superare la crisi pandemica e fronteggiare l'emergenza climatica, attraverso una ripresa verde fondata su un'azione climatica ambiziosa, in grado di colmare i ritardi del Pniec e accelerare la decarbonizzazione dell'economia italiana in coerenza con l'obiettivo di 1,5 gradi dell'Accordo di Parigi. "Solo così - conclude Albrizio - l'Italia potrà essere protagonista in Europa nell'impegno comune per fronteggiare l'emergenza climatica. Una sfida che possiamo e dobbiamo vincere".


COP26:MET OFFICE,2 GRADI IN PIU' FATALI PER 1 MILIARDO PERSONE

Un altro allarme arriva da un gruppo di scienziati britannici dello Uk Met Office, l'agenzia meteorologica pubblica britannica presentato alla CoP26, la conferenza Onu di Glasgow sul clima. Lo studio ipotizza che “Rischia di salire a un miliardo, il numero di persone (da 68 milioni stimati oggi) destinate a essere colpite in modo potenzialmente fatale" dagli effetti del caldo e dell'umidità laddove il surriscaldamento terrestre dovesse raggiungere e superare i 2 gradi in più rispetto alle temperature medie dell'era pre-industriale. I rischi riguarderebbero in particolare chi lavora all'aperto, bambini piccoli, anziani e malati di cuore o ai polmoni.





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