L’Ue verso l’intesa, meno ore di punta per il taglio dell’elettricità

L’Ue verso  l’intesa, meno ore di punta per il taglio dell’elettricità

L’Ue verso l’intesa, meno ore di punta per il taglio dell’elettricità


25 settembre 2022, ore 10:13

Nella bozza sul pacchetto energia, l’Ue prevede meno ore di punta per il taglio della corrente elettrica, maglie più larghe anche su base imponibile per gli extraprofitti

Ancora qualche limatura, poi la bozza diventerà intesa, un’intesa che salvi l'inverno dal temuto blocco dell’energia elettrica e i rincari per i consumatori finali. La diplomazia è al lavoro sul nuovo scudo Ue contro il caro energia in vista della riunione straordinaria dei ministri dell'Energia in programma venerdì prossimo a Bruxelles. Nel pacchetto annunciato dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen ci sono il taglio dei consumi dell'elettricità del 10%, di cui il 5% nelle ore di punta, ma anche il tetto a 180 euro per megawattora ai ricavi inframarginali delle compagnie che producono elettricità con le rinnovabili, un contributo di solidarietà a carico delle oil&gas. Cambiano però alcuni dettagli.


La bozza

I governi chiedono limiti meno stringenti sulla riduzione della domanda elettrica, ecco che il taglio obbligatorio dei consumi del 10%, potrebbe essere calcolato non su base mensile ma sull’intero - 1 dicembre 2022 e il 31 marzo 2023-. Stesso discorso per le ore di picco dei prezzi, che dovranno essere corrispondenti complessivamente ad almeno il 10% di tutte le ore dello stesso periodo e non di un mese soltanto. Nel caso in cui questo 10% fosse impossibile da individuare, gli Stati membri possono decidere di puntare su una percentuale di ore di punta diversa, purché sia coperto almeno il 7% di quelle fasce orarie e purché la riduzione dei consumi (sempre nello stesso orario) sia almeno invariata, ovvero il 5% complessivo. Numeri che aprono a quella flessibilità necessaria alla fumata bianca decisiva entro la fine della prossima settimana per procedere spediti verso l'inverno. La base imponibile per il contributo di solidarietà chiesto alle compagnie che lavorano i combustibili fossili dovrebbe essere calcolato sulla base degli utili di 4 anni a partire dal 2018, contro il periodo 2019-2021 proposto da Bruxelles. Spetterà poi ai governi stipulare accordi di solidarietà tra loro in modo da garantire che quei Paesi che consumano elettricità importata e la pagano a caro prezzo, come Malta, Cipro e la Lituania, possano comunque beneficiare della redistribuzione dei proventi del contributo di solidarietà e delle tasse sugli extra-ricavi.


Il price cup

Sembra ancora in alto mare il destino del price cap sul gas. La Commissione europea mercoledì metterà sul tavolo un suo disegno. Sui dettagli non si conoscono molti particolari, in queste ore circolano solo ipotesi, tra cui quella che aveva indirettamente accennato Ursula von der Leyen, ovvero imporre tetti ai prezzi da concordare direttamente con i fornitori. Un passo decisivo per completare gli strumenti per far fronte all'emergenza esacerbata dalla guerra. Entro la fine dell’anno dovrebbe toccare poi alla riforma strutturale del mercato elettrico.


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