La foto della suora in ginocchio davanti ai militari in Myanmar per fermare le violenze è già un'immagine simbolo

La foto della suora in ginocchio davanti ai militari in Myanmar per fermare le violenze è già un'immagine simbolo

La foto della suora in ginocchio davanti ai militari in Myanmar per fermare le violenze è già un'immagine simbolo


02 marzo 2021, ore 12:02 , agg. alle 12:15

Il nome della religiosa è Ann Nu Thawng, ricorda l'immagine del giovane cinese davanti ai carri armati in piazza Tiananmen in CIna

La foto sta facendo il giro del mondo sui media e sui social ed è già diventata un'immagine simbolo: una suora di spalle, in ginocchio davanti a uno schieramento di forze di sicurezza in tenuta antisommossa a Yangon (Myanmar), che implora la pace. Il suo nome è Ann Nu Thawng ed è una religiosa delle missionarie di San Francesco Saverio di Myitkyina, dello Stato del Kachin, stato birmano dove c'è una forte presenza di cristiani.

La foto su Twitter fa il giro del mondo

L'ha postata su Twitter il presidente della conferenza dei vescovi cattolici birmani, Charles Bo. "La polizia sta arrestando, picchiando e persino sparando alle persone. In lacrime, suor Ann Nu Thawng implora e ferma la polizia affinché smetta di arrestare i manifestanti", ha scritto il cardinale Bo. Siamo di fronte alla forza prorompente di un'immagine ed il fatto che, ad inginocchiarsi con le mani giunte in segno di preghiera, sia una suora ne amplifica la forza. Le mani contro le armi, la pace contro la guerra, l'interposizione del corpo sopra ogni cosa, anche a rischio della propria vita. Questa immagine ha ricordato quella  del giugno del 1989 a Pechino, in piazza Tiananmen, quando un giovane sconosciuto disarmato ha affrontato una colonna di carri armati fermandoli. Anche in quel caso il gesto vince sulle armi e sulla violenza. 

Intanto la situazione in Myanmar è sempre più drammatica. La polizia birmana oggi è tornata  a sparare sulla folla. A riferirlo è il portale Myanmar Now, che denuncia anche l'uso di pallottole di gomma e granate stordenti per reprimere i manifestanti a Yangon, mentre i ministri degli Esteri dei paesi Asean sono impegnati nei colloqui online con i militari birmani nel tentativo di arginare le violenze, a 48 ore dalla giornata più sanguinosa delle proteste scoppiate dopo che i militari hanno assunto il potere rimuovendo il governo eletto. "Se saremo oppressi, esploderemo, se saremo colpiti, risponderemo", urlava la folla in una delle manifestazioni a Yangon prima che la polizia intervenisse con le granate stordenti. Folle di manifestanti si sono riunite anche in altre parti del paese.

Il bilancio degli scontri

Da quando sono iniziate le manifestazioni contro il golpe di inizio febbraio, almeno 21 dimostranti sono stati uccisi. L'esercito ha denunciato la perdita di un ufficiale. Centinaia di persone sono state tratte in arresto, stando a quanto riportato dagli attivisti. Tra questi un giornalista della Democratic Voice of Burma (DVB), che ha trasmesso live l'arrivo delle forze di sicurezza davanti al suo appartamento ieri a Myeik, dove stava riprendendo le proteste. DVB ha fatto sapere di "non avere idea di dove fosse stato portato né di chi tra i militari abbia compiuto l'arresto". La pubblicazione ha chiesto la scarcerazione di Kaung Myat Hlaing, così come degli altri giornalisti arrestati dal golpe del primo febbraio. Il ministro degli Esteri di Singapore Vivian Balakrishnan ha fatto sapere che i suoi omologhi dei paesi dell'Associazione delle nazioni del sudest asiatico saranno franchi e diretti nei loro colloqui sottolineando di essere inorriditi dalle violenze. In un'intervista rilasciata ieri sera, Balakrishnan ha annunciato che l'Asean incoraggerà il dialogo tra la giunta e Aung San Suu Kyi. "Devono parlare, e dobbiamo contribuire a riunirli".

Si vede per la prima volta Aung San Suu Kyi

Per la prima volta i legali di Aung San Suu Kyi hanno potuto vedere 'The Lady' dal giorno dell'arresto dopo il golpe in Myanmar Aung San Suu Kyi, collegata in video per l'udienza in tribunale a Naypyidaw, è sembrata in "buona salute" e ha chiesto di poter incontrare i suoi legali, come hanno riferito loro stessi, secondo quanto riporta la Bbc. Dal primo febbraio The Lady è agli arresti domiciliari. Era inizialmente sotto accusa per l'importazione "illegale" di walkie-talkie e per aver violato la legge sulla gestione dei disastri naturali, ma oggi - secondo la Bbc - sono state aggiunte anche altre accuse.


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