La morte sospetta in Ucraina dell'attivista bielorusso Vitaly Shishov riporta l'attenzione sui diritti civili

La morte sospetta in Ucraina dell'attivista bielorusso Vitaly Shishov riporta l'attenzione sui diritti civili

La morte sospetta in Ucraina dell'attivista bielorusso Vitaly Shishov riporta l'attenzione sui diritti civili


04 agosto 2021, ore 12:08

L'uomo era uscito per fare jogging ed è stato trovato impiccato in un parco

I dubbi sulla morte di Shishov

Vitaly Shishov aveva solo 26 anni. Attivista e oppositore del regime bielorusso, era fuggito lo scorso anno in Ucraina e portava avanti la propria battaglia alla guida della onlus Belarusian House in Ukraine. Sapeva di essere costantemente monitorato. Lunedì mattina è uscito dalla sua casa di Kiev per fare jogging ed è scomparso. La notizia ha allarmato la compagna e i suoi collaboratori, che subito hanno iniziato le ricerche. Shishov è stato trovato in un parco, impiccato a un albero. La polizia ucraina, da subito, non ha escluso che possa trattarsi di un omicidio camuffato da suicidio. Le Nazioni Unite hanno chiesto un'indagine rigorosa. L'Alto Rappresentante dell'Unione Europea per la politica estera, Joseph Borrell, si è detto scioccato dalla notizia. Secondo alcuni attivisti, il giovane aveva alcuni lividi e il naso rotto. 


L'opposizione interna ed esterna

Il regime di Minsk viene contestato in patria e all'estero, dove spesso trovano rifugio gli attivisti maggiormente impegnati contro il presidente Lukashenko. Sono centinaia i cittadini bielorussi che sono fuggiti in Ucraina e Shishov era impegnato nello loro accoglienza. L'attivista, negli ultime settimane, aveva denunciato di essere stato seguito proprio quando usciva a fare jogging. Shishov era stato costretto a rifugiarsi in Ucraina nel pieno delle proteste contro il regime e dopo la repressione delle manifestazioni di piazza. Nei giorni scorsi la Bielorussia è finita al centro di un altro caso internazionale dopo che l'atleta olimpica Krystsina Tsimanouskaya, una velocista, si è opposta a un tentativo di rimpatrio forzato, ordinato dal regime perchè la donna aveva criticato i propri allenatori. L'atleta ha ottenuto un rifugio all'ambasciata polacca di Tokyo ed è poi partita per Varsavia. Il suo fidanzato, per evitare conseguenze, è stato costretto a riparare in Ucraina in attesa di potersi ricongiungere con la compagna in Polonia. 


L'incredibile caso dell'aereo dirottato

Lo scorso 23 maggio, il presidente Lukashenko ha ordinato personalmente a un volo Ryanair partito da Atene a diretto a Vilnius di atterrare in Bielorussia, ufficialmente per il sospetto di una bomba a bordo. Sull'aereo invece non c'era dell'esplosivo, ma l’attivista dell'opposizione Roman Protasevich. Il volo è stato scortato da un caccia MiG-29 dell'aeronautica e Protasevich è stato arrestato perchè inserito in una lista di presunti terroristi. Una serie di episodi che preoccupa la comunità internazionale e che dimostra totale disprezzo dei diritti civili da parte di Minsk e una vera e propria persecuzione nei confronti di chi non accetta il regime di Lukashenko. 



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