La nuova flat tax: in arrivo la stretta del 2026 per i “super-ricchi” che scelgono di trasferire la residenza in Italia.

La nuova flat tax: in arrivo la stretta del 2026 per i “super-ricchi” che scelgono di trasferire la residenza in Italia.

La nuova flat tax: in arrivo la stretta del 2026 per i “super-ricchi” che scelgono di trasferire la residenza in Italia.   Photo Credit: ansa/FRANCO SILVI


09 dicembre 2025, ore 15:30

Le persone fisiche, che decidono di trasferire la propria residenza nel nostro Paese, possono scegliere di applicare ai redditi prodotti all’estero un’imposta sostitutiva che, con la nuova norma, salirà a 300 mila euro.

Le modifiche della manovra

La legge di Bilancio 2026 introduce una nuova stretta sul regime agevolato destinato ai neo-residenti ad alto reddito. L’imposta forfettaria annuale salirà dagli attuali 200 mila a 300 mila euro, mentre la quota prevista per i familiari passerà da 25 mila a 50 mila euro. Un ritocco deciso, che riaccende il dibattito sull’efficacia di questo strumento pensato per attrarre individui “alto-spendenti”, stimolare consumi, investimenti e riuscire a radicare in Italia nuovi nuclei familiari dalle elevate disponibilità economiche. La domanda, però, resta aperta: l’Italia sta davvero riuscendo a competere con gli altri Paesi europei nella caccia ai grandi contribuenti? Il regime in questione non è nuovo. Fu introdotto con la legge di Bilancio del 2017, modellato sulle esperienze già consolidate di altri Stati Ue e del Regno Unito. Con l’inserimento dell’articolo 24-bis nel TUIR, si stabiliva un’imposta sostitutiva forfettaria di 100 mila euro all’anno, estendibile ai familiari con una quota aggiuntiva di 25 mila euro. L’obiettivo era chiaro: rendere l’Italia fiscalmente competitiva per chi decideva di trasferire la residenza e concentrare nel Paese il proprio centro di interessi economici. Nel 2024 il primo aumento: la soglia passò da 100 mila a 200 mila euro, in un contesto di revisione complessiva delle agevolazioni fiscali. Ora arriva il secondo giro di vite, con la soglia fissata a 300 mila euro. L’opzione per la flat tax può essere esercitata con la prima dichiarazione dei redditi presentata dal neo-residente e si rinnova automaticamente ogni anno fino a un massimo di 15 periodi d’imposta. Resta comunque la possibilità di revocare l’adesione in qualunque momento.

I redditi prodotti in Italia esclusi dalla flat tax

Va ricordato che la flat tax riguarda esclusivamente i redditi prodotti all’estero. Per i redditi generati in Italia, infatti, i neo-residenti sono soggetti alle aliquote ordinarie dell’Irpef: 43% oltre i 50 mila euro, più le addizionali regionali – generalmente tra il 3% e il 4% – e le imposte sostitutive per gli investimenti finanziari, comprese tra il 12,5% e il 26% a seconda della+- tipologia. Con l’ulteriore aumento previsto per il 2026, il governo punta ad aumentare il gettito. Resta da capire se la platea dei potenziali interessati continuerà a considerare l’Italia un approdo competitivo. In un mercato globale di talenti e di investitori, la sfida è tutt’altro che semplice.


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