La parabola discendente di Donald Trump e il giorno più buio della democrazia americana, cronaca di uno scempio

La parabola discendente di Donald Trump e il giorno più buio della democrazia americana, cronaca di uno scempio

La parabola discendente di Donald Trump e il giorno più buio della democrazia americana, cronaca di uno scempio


07 gennaio 2021, ore 12:15 , agg. alle 16:14

Quattro morti verso la transizione, occupato il Congresso, tensione e scontri a Washington

"Anche se sono totalmente in disaccordo con il risultato delle elezioni ci sarà una transizione ordinata verso il 20 gennaio", giorno del giuramento e dell'insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca. Nella notte americana, Donald Trump, dalla Casa Bianca, chiude nel peggiore dei modi le 24 ore più drammatiche della recente storia americana.

Il discorso che ha infiammato la folla

A Washington migliaia di militanti sono entrati a Capitol Hill, il Congresso statunitense, dopo un discorso di oltre un’ora di Trump che ha infiammato la folla parlando dei corrotti che hanno rubato le elezioni. Quattro morti. Una follia avvenuta nel giorno della certificazione della vittoria di Biden, certificazione che arrivata dopo l’interruzione dei lavori. Se qualcuno aveva dei dubbi sulla strategia di Donald Trump oggi li ha messi da parte. La base di un sistema democratico sono le elezioni. Il presidente uscente degli Stati Uniti d’America, da due mesi, non riconosce il risultato di ciò che i cittadini hanno deciso ad inizio novembre. Nessuno però immaginava che l’epilogo di questa presa di posizione si trasformasse in uno scempio della libertà.

Tycoon e non presidente

La responsabilità è del presidente uscente, Donald Trump e della sua idea di essere tycoon e non Capo di Stato. La scelta di parlare ancora di lezioni rubate nel giorno della ratifica dell’elezione del nuovo presidente, Biden, è quanto di più lontano ci possa essere da chi ha sulle spalle la responsabilità di una nazione. Ma chiedere a Trump di comportarsi in modo responsabile dalla fine delle elezioni al 20 gennaio, data dell’insediamento del suo successore, era impresa improba. Qualche ora fa era circolata la voce che non si sarebbe presentato alla cerimonia, ma sarebbe andato a giocare a golf in un suo resort in Scozia. Tant’è che il premier scozzese, Nicola Sturgeon s’era affrettata a dire che, in regime di lockdown, l’aereo di Trump non sarebbe atterrato ad Edimburgo. Nella drammaticità degli eventi di ieri esiste però una certezza: la parabola discendente di Donald Trump, circondato solo dai sostenitori più oltranzisti e fondamentalisti, vestiti di pelli e con le corna, è cominciata. Il giorno più buio resterà nella memoria, non solo degli americani, ed avrà un nome tatuato a fuoco: quello di Donald Trump.

Il mandante unico

Fino a ieri si poteva parlare solo di una condotta eccessiva. Da oggi la storia ricorderà un attacco ed un’occupazione del Campidoglio con un mandante unico. Il presidente uscente e mandante, purtroppo, non arretrerà di un millimetro; continuerà ad avvelenare i pozzi ed il dibattito pubblico. Ha ammesso, poche ore fa, la fine del suo mandato con la ratifica del suo successore, Biden. " È la fine del più grande mandato presidenziale della storia, ma è solo l'inizio della nostra lotta per fare l'America di nuovo grande" ha scritto Donald. "Ho sempre detto che continueremo la nostra lotta per assicurare che solo i voti legali contino”. Si chiude la sua era alla presidenza e comincia quella del democratico Joe Biden. A lui la responsabilità di far tornare nell’alveo della democrazia il dissenso e le istanze repubblicane. Gli Stati Uniti sono divisi, ma il terreno dello scontro non può essere l’occupazione dei palazzi dove la democrazia si esercita.


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