La USS Gerald Ford è arrivata nel Mar dei Caraibi, ecco le caratteristiche dell'ammiraglia degli Stati Uniti

La USS Gerald Ford è arrivata nel Mar dei Caraibi, ecco le caratteristiche dell'ammiraglia degli Stati Uniti

La USS Gerald Ford è arrivata nel Mar dei Caraibi, ecco le caratteristiche dell'ammiraglia degli Stati Uniti   Photo Credit: EPA/Terje Pedersen


12 novembre 2025, ore 12:25 , agg. alle 16:32

La portaerei, che porta il nome del 38esimo presidente americano Gerald Rudolph Ford, è la nave da guerra più grande del mondo ed è arrivata scortata da tre cacciatorpedinieri nella regione

È arrivata nel Mar dei Caraibi, nel cuore dell’area di competenza del Comando Sud degli Stati Uniti, la "USS Gerald R. Ford (CVN-78)", la più grande e moderna portaerei mai costruita al mondo. La presenza della gigantesca nave ammiraglia segna un punto di svolta nelle manovre statunitensi nell’area, in un contesto geopolitico reso ancora più teso dalle frizioni con il governo venezuelano di Nicolás Maduro. La Ford, che rappresenta il massimo dell’ingegneria navale americana, non è soltanto una dimostrazione di forza: è il simbolo della nuova generazione di portaerei nucleari destinate a dominare i mari per i prossimi decenni.

LA NUOVA CLASSE CHE SOSTITUIRÀ LE PORTAEREI NIMITZ

La "Gerald R. Ford" è la prima unità della nuova classe CVN-21, concepita per superare i limiti delle precedenti portaerei classe Nimitz, attive sin dagli anni Settanta. Costruita nei cantieri di Newport News Shipbuilding in Virginia, la sua realizzazione è iniziata nel 2005 e si è conclusa nel 2017, dopo dodici anni di lavoro e un investimento di oltre 13 miliardi di dollari. Il varo ufficiale avvenne il 9 novembre 2013, con Susan Ford Bales, figlia del 38° presidente degli Stati Uniti, a fare da madrina. La nave è stata battezzata in onore di Gerald Rudolph Ford, che guidò la Casa Bianca dal 1974 al 1977, e ha preso il posto della leggendaria "USS Enterprise (CVN-65)", ritirata dopo 51 anni di servizio.

LA PORTAEREI PIÙ GRANDE DEL MONDO

La Ford è un colosso dei mari: lunga 337 metri, con un dislocamento di circa 100.000 tonnellate, può superare i 30 nodi (circa 56 km/h) grazie a due potenti reattori nucleari A1B, che garantiscono autonomia operativa per oltre vent’anni senza bisogno di rifornimento. Oltre a fornire energia per la propulsione, i nuovi reattori producono tre volte più elettricità rispetto alle precedenti generazioni, permettendo di alimentare sistemi avanzati come radar, catapulte elettromagnetiche e armi di nuova concezione. Il ponte di volo della Gerald R. Ford è stato completamente ridisegnato. Più ampio e funzionale, consente una gestione dei decolli e degli atterraggi più rapida e sicura. L’isola di comando è più piccola e arretrata, liberando spazio per il movimento dei velivoli. Le armi e i materiali vengono trasportati automaticamente dai depositi alle postazioni di carico, riducendo il personale necessario e i tempi di preparazione tra una missione e l’altra. L'equipaggio conta circa 4.600 persone, tra marinai e personale dell’aviazione, la Gerald R. Ford rappresenta una piccola città galleggiante, completa di ospedale, cucine, dormitori e aree di comando. L’automazione e la tecnologia hanno consentito di ridurre di quasi 700 unità il personale rispetto alle portaerei precedenti, diminuendo i costi di gestione a lungo termine.

UN SISTEMA DI LANCIO ELETTROMAGNETICO

Una delle innovazioni più significative è rappresentata dal sistema di lancio elettromagnetico (EMALS), che sostituisce le tradizionali catapulte a vapore. Questo nuovo meccanismo utilizza la forza magnetica per lanciare i velivoli, offrendo un’accelerazione più fluida e precisa, minori stress strutturali sugli aerei e la possibilità di far decollare anche droni e mezzi più leggeri. In parallelo, il sistema di arresto avanzato (AAG) consente atterraggi più controllati e sicuri, sfruttando un motore elettrico in grado di modulare la frenata in base al peso e alla velocità del velivolo.

GLI AEREI IMBARCATI DALLA GERALD FORD

Sul piano operativo, la Gerald R. Ford è concepita per gestire fino a 160 sortite aeree al giorno, con picchi di 220 in caso di emergenza. Il suo gruppo aereo imbarcato comprende circa 75 velivoli, tra cui i caccia multiruolo "F/A-18 Super Hornet", veri protagonisti delle missioni d’attacco e difesa. Questi jet bimotore della Boeing possono trasportare missili aria-aria, aria-terra e antinave, oltre a bombe a guida laser, con un’autonomia di oltre 2.000 chilometri. A bordo trovano posto anche gli EA-18G Growler, dedicati alla guerra elettronica, gli E-2D Hawkeye per il controllo radar e allerta precoce, e diversi elicotteri MH-60R/S Seahawk per operazioni di soccorso e pattugliamento. Nonostante la sua modernità, la portaerei non è ancora equipaggiata per il decollo e l’atterraggio del caccia stealth "F-35C Lightning II", versione imbarcata del jet di quinta generazione. Le modifiche per accoglierlo sono previste nei futuri cicli di manutenzione e aggiornamento, segno della volontà della Marina di mantenere la nave operativa per almeno 90 anni, adattandola costantemente ai progressi tecnologici. Dal punto di vista difensivo, la Gerald R. Ford è dotata di un arsenale sofisticato: missili Sea Sparrow e Rolling Airframe Missile per la difesa antiaerea ravvicinata, Phalanx CIWS a cannone rotante per l’intercettazione di minacce in arrivo e una rete radar a doppia banda (DBR) in grado di monitorare e tracciare simultaneamente bersagli aerei e navali. Tutti i sistemi sono gestiti da un’infrastruttura digitale integrata, che riduce gli interventi manuali e aumenta l’efficienza operativa.


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