Lavoro, sognare o non sognare il posto fisso?

Lavoro, sognare o non sognare il posto fisso?

Lavoro, sognare o non sognare il posto fisso?


03 ottobre 2017, ore 11:39

Il punto su RTL 102.5 di Fulvio Giuliani

Lo so, mi farò qualche 'nemico' e mi guadagnerò non poche antipatie, con quello che state per leggere. Continuare a lisciare il pelo dell'insoddisfazione dei più giovani, illudendoli che presto tornerà la sicurezza del 'posto fisso', però, è molto peggio. Soprattutto se a scrivere o parlare sono fior di privilegiati, con il sedere ben coperto dai loro inattaccabili contratti.
Una delle ultime mode di costoro è attaccare a testa bassa i cosiddetti 'nuovi lavori', gli impieghi tagliati quasi sempre su misura dei più giovani, che permettono a milioni di consumatori di accedere a servizi utilissimi e generalmente legati al digitale. Il caso di scuola è il Food delivery, un vero e proprio fenomeno dei nostri tempi, con un fiorire di servizi e App, per la consegna di pasti a domicilio. Secondo il mai sopito sindacalismo italico, dovremmo assumere a tempo indeterminato, con ferie, malattia, permessi e compagnia cantante, i driver. Per evitare un drammatico e insopportabile sfruttamento, di stampo ottocentesco...

Vi sembra serio, nel 2017, ragionare in questo modo?! Ha senso pensare che un lavoro del genere, dignitosissimo come tutti, possa essere Il Lavoro? Un'attività su cui costruire un futuro e una famiglia? Saranno magari e più razionalmente, lavori ideali per giovani e giovanissimi, magari studenti, desiderosi di fare un'esperienza e costruirsi un minimo di indipendenza economica.

Ovviamente, vanno pagati come si deve e le regole base devono esserci, come per tutti, ma non è pensabile regolamentare un mondo nuovo, con i paletti e le rigidità di una realtà, che semplicemente non esiste più.Trovo pretestuoso e soprattutto pericoloso propinare ancora ai nostri ragazzi l'ideale del lavoro per tutta la vita, in spregio alla logica, alla realtà di oggi e di quella che troveranno domani.



Rifiuto un mondo, in cui chi mi consegna oggi a casa un pasto gourmet, fra cinque anni sarà condannato a fare la stessa cosa, non per scelta, ma perché ingabbiato in un sistema che non funziona.

Oltretutto, a questi soloni del perennemente uguale sfugge del tutto l'interesse dei consumatori, che si troverebbero a dover rinunciare a nuovi servizi, comodità e opportunità, in cambio di nulla. Perché, diciamolo, con i sistemi e le 'meraviglie' sindacali di una volta, semplicemente il mercato italiano dovrebbe rinunciare a tutta una serie di servizi, non sostenibili nel mondo sognato da Camusso e soci.

Si tratta di scegliere cosa vogliamo, per i nostri figli. A cominciare da ciò che insegniamo loro: il sogno del posto fisso o a costruire un posto, dove sognare sia un diritto.