Lo yacht di Briatore all'asta il 27 gennaio, prima del giudizio della Cassazione sul caso avviatosi nel 2010

Lo yacht di Briatore all'asta il 27 gennaio, prima del giudizio  della Cassazione sul caso avviatosi nel 2010

Lo yacht di Briatore all'asta il 27 gennaio, prima del giudizio della Cassazione sul caso avviatosi nel 2010


07 gennaio 2021, ore 20:36 , agg. alle 15:31

Force Blu, lo yacht di Briatore, fu sequestrato dalla Guardia di Fiinanza al largo di La Spezia nel maggio del 2010 , a bordo c'era Elisabetta Gregoraci e il figlio Nathan Falco

In appello a Genova, l’anno scorso ci fu il sequestro dello Yacht di Briatore, e la prescrizione del reato. Il processo in secondo grado, 18 mesi la condanna di Briatore, era stato celebrato dopo che la Cassazione aveva annullato con rinvio la sentenza. I giudici del processo bis avevano anche confermato la confisca, in solido, di 3 milioni e 600 mila euro ai quattro imputati. Una sentenza che “verrà impugnata, in cassazione, soprattutto nella parte che prevede la confisca”. Il processo in appello bis era per le accuse sull’omesso versamento Iva all’importazione, mentre gli ermellini avevano già fatto decadere con un’assoluzione quelle relative alle fatture inesistenti.

L’imputazione che diede il via alla vicenda

L’imputazione originaria, accusava Briatore e gli altri soci di aver simulato un’attività commerciale di noleggio, che avrebbe consentito di utilizzare il Force Blue per uso diportistico nelle acque territoriali italiane nel lasso di tempo da luglio 2006 al maggio 2010 senza versare la dovuta Iva all’importazione, per un importo di 3,6 milioni di euro. In primo grado Flavio Briatore era stato condannato un anno e 11 mesi; pena poi ridotta in appello. Da quella inchiesta era nato un filone per corruzione nel quale era indagato lo stesso Briatore.

Lo yacht di Briatore all’asta comunque

Force Blue, il super yacht , che occupa la 78esima posizione mondiale, nella classifica delle barche di lusso secondo la notifica della Corte d'Appello di Genova andrà all’asta esattamente il 27 gennaio, mentre il ricorso in Cassazione di Briatore e dei soci verrà discusso il 12 febbraio, solo 14 giorni dopo. Sono trascorsi quasi 11 anni. Nella notifica si legge che la barca va alla asta "delegando e autorizzando l'amministratore e custode giudiziale del bene all'esecuzione della stessa".

Cifra base 7 milioni di euro

La cifra di partenza, si evince nell'ordinanza, è fissata in circa 7 milioni di euro, per lo yacht di Briatore, le "offerte irrevocabili di acquisto, redatte in lingua italiana, con valore di proposta contrattuale" dovranno essere depositate "in busta chiusa" presso lo studio del notaio Ugo Bechini di Genova. La notizia colpisce soprattutto perché, come detto, la data della vendita è precedente alla data fissata per la decisione definitiva sul processo relativo allo yacht da parte della Cassazione. Tra le motivazioni della decisione della Corte d'appello di Genova, c'è la difficoltà ad affrontare i costi di manutenzione dello yacht, e il rischio che la nave si deteriori. Secondo esperti e da quanto trapela dall'entourage dell'imprenditore, il valore dell'imbarcazione potrebbe essere ben più alto, quasi il doppio, rispetto alla cifra di partenza di base dell'asta. E un caso giuridico davvero complicato, specie se Briatore dovesse vincere il ricorso in Cassazione il 12 febbraio, e l'imbarcazione dovesse essere, nel frattempo, venduta all’incanto.

Briatore non si ferma, sfrutta il suo brand più forte

Billionaire, il marchio del lusso di Flavio Briatore, dopo Porto Cervo e Dubai apre anche a Riyad in Arabia Saudita. Il ristorante, modernissimo, si trova in Dabbab Street, nel quartiere Sulaimaniya della città, offre ampia scelta, con menù di due cucine principali: la nuova cucina asiatica e quella italiana, con chef di grande fama. Billionaire, compresa nel portafoglio di ospitalità e intrattenimento Billionaire Life, ha debuttato a Porto Cervo, in Sardegna, nel 1998, con una storia di grande successo e profitto. Billionaire Riyad diventa la seconda location del marchio in Medio Oriente, e orienta tutta l’organizzazione verso i professionisti più esigenti della città araba, e anche naturalmente alla clientela d’èlite di passaggio. Il ristorante risulta di proprietà e gestito da Modern Food Company, un franchisee saudita che opera su brand internazionali.


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