M5S, dopo l’addio di Di Maio Conte conferma l’appoggio al governo-Draghi, intanto Grillo non parla

M5S, dopo l’addio di Di Maio Conte conferma l’appoggio al governo-Draghi, intanto Grillo non parla

M5S, dopo l’addio di Di Maio Conte conferma l’appoggio al governo-Draghi, intanto Grillo non parla


22 giugno 2022, ore 18:44

Nel frattempo dopo il via libera del Senato, anche Montecitorio approva la risoluzione di maggioranza alle comunicazioni del presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo di giovedì e venerdì. Domani prima riunione di ‘Insieme per il futuro’

Da una parte c’è il nuovo gruppo 'Insieme per il futuro' capeggiato da Luigi Di Maio che ora pensa a strutturarsi e ad organizzarsi, dall’altra parte c’è il M5S che deve ancora sciogliere alcuni nodi.

Conte

Perché se è vero che il leader pentastellato Giuseppe Conte afferma che “il sostegno all’esecutivo non è in discussione”, è altrettanto vero c’è un'area di mezzo - ovvero chi non parteggia né per Di Maio e né si schiera 'a prescindere con Conte - che lancia un invito alla chiarezza all'avvocato pugliese. "O si è dentro o si è fuori al governo, un'altra strada non paga", il 'refrain'. Poiché il convincimento di una parte dei gruppi M5S è che sia stato sbagliato pensare di poter avere la sponda di Salvini su una linea di discontinuità riguardo l'invio delle armi a Kiev. "Salvini negli ultimi giorni si è defilato, ha capito che non c'era alternativa e ci ha lasciati soli", sospira un 'big' pentastellato. La situazione comunque resta caotica, tanto che Beppe Grillo ha rinunciato a venire a Roma.


La Camera

Nel frattempo dopo il via libera del Senato, anche la Camera approva la risoluzione di maggioranza alle comunicazioni di Mario Draghi in vista del Consiglio europeo di domani. A favore del testo votano in 410, 29 i contrari e 34 astenuti (i deputati di Fratelli d'Italia). La maggioranza, quindi, supera la sua prima prova di voto dopo la scissione interna al Movimento 5 stelle, che ha cambiato gli assetti nell'emiciclo. La seduta si apre, infatti, con l'annuncio da parte di Roberto Fico della costituzione del nuovo gruppo, nato per iniziativa di Di Maio: il presidente della Camera legge tutti i nomi dei 50 ex M5s che 'traslocano' a 'Insieme per il futuro', oltre al deputato di Coraggio Italia Antonio Lombardo. I nuovi equilibri portano, quindi, al passaggio da M5s alla Lega dello 'scettro' di primo partito a Montecitorio: il partito di Matteo Salvini con i suoi 132 deputati sorpassa infatti i pentastellati che scendono a 105, penalizzati dalla scissione. La Camera, come già aveva fatto il Senato, poi respinge le altre risoluzioni - a firma Suriano, Fratoianni, Romaniello e Corda, votate per parti separate - sulle quali il governo aveva espresso parere contrario.


Fdi

L'Aula dà, invece, il via libera, grazie alla sostanziale astensione della maggioranza, alla risoluzione presentata da Fratelli d'Italia, a firma di Francesco Lollobrigida, in cui si impegna il governo, tra le altre cose, "a promuovere l'istituzione di un apposito fondo, alimentato con risorse europee e delle nazioni alleate, volto a compensare i danni economici subiti dai singoli Stati conseguenti la crisi degli approvvigionamenti in atto". Netto l'intervento di Giorgia Meloni, nel corso delle dichiarazioni di voto in Aula. "La risoluzione proposta da Fratelli d'Italia contiene una posizione chiara e inequivocabile. Volete rimanere ambigui, ma penso che questo non sia il tempo dell'ambiguità, penso che questo sia il tempo in cui una Nazione come la nostra fa le scelte necessarie a difendere i suoi interessi nazionali", sostiene la leader di Fratelli d'Italia, che accusa il governo di essere debole, ostaggio di "condizionamenti al ribasso" imposti da una maggioranza litigiosa. "L'Italia non può permettersi di essere l'anello debole dell'Occidente, cioè del sistema di alleanze commerciali, di difesa, economiche del quale fa parte da sempre", scandisce. All'alleata di centrodestra, che però non sostiene il governo Draghi, replica a stretto giro, il deputato di FI Valentino Valentini. "Presidente - dice, rivolgendosi direttamente a Draghi -, lei non ha una maggioranza debole, non ha un sostegno debole. Questa assemblea e quest'Aula ha dimostrato di essere dietro di lei politicamente e personalmente". Concetto rafforzato poco dopo da Enrico Letta "L'Italia oggi sta giocando un ruolo importante dentro l'Ue", afferma il segretario Dem.
 

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