Maxitruffa nel settore energetico, 22 arresti tra Italia e Germania, bollette gonfiate, 41 milioni di beni sequestrati

Maxitruffa nel settore energetico, 22 arresti tra Italia e Germania, bollette gonfiate, 41 milioni di beni sequestrati

Maxitruffa nel settore energetico, 22 arresti tra Italia e Germania, bollette gonfiate, 41 milioni di beni sequestrati


23 novembre 2021, ore 11:00

Un'operazione della Guardia di Finanza di Aosta ha svelato una presunta maxitruffa nel settore energetico che, secondo le accuse, generava il rincaro delle bollette, complessivamente ci sono 113 indagati

Truffa tra Italia e Germania

L'indagine, avviata nel luglio del 2019,  è stata denominata 'Carta Bianca' ed è stata condotta assieme alle autorità tedesche. Ha fatto luce su un sistema di alterazione e contraffazione dei cosiddetti certificati bianchi (o TEE, Titoli di Efficienza Energetica) che si sarebbe consolidato nel periodo tra il 2016 e il 2020.  Tra Italia e Germania sono stati eseguiti 22 arresti. Il via all'attività inquirente è stato dato dalla Procura di Aosta che insieme a quella di Duisburg in Germania ha fatto luce sull'organizzazione con base nella provincia di Torino,  attiva in diverse località italiane e con ramificazioni all'estero.

Falsi certificati di efficienza energetica

Alla base della truffa c'è l'obbligo, da parte delle aziende distributrici di energia elettrica e gas con più di 50.000 clienti finali, di conseguire annualmente determinati obiettivi di risparmio energetico: le stesse possono assolvere al proprio obbligo, realizzando progetti di efficienza energetica che diano diritto ai "certificati bianchi", oppure acquistando i certificati stessi da altri operatori del settore, le cosiddette Energy Service Company (E.S.Co.). Il Gestore dei Servizi Energetici S.p.a. (Gse), società a partecipazione pubblica, riconosce sia alle aziende distributrici sia alle E.S.Co. un controvalore in certificati in misura corrispondente al risparmio di energia derivante dagli interventi realizzati.

Soldi riciclati in diversi Paesi europei

L'indagine è iniziata a Saint Christophe (Aosta), dove è stata scoperta la prima delle otto E.S.Co. fantasma: priva di struttura operativa e amministrata da un prestanome, la società è riuscita ad ottenere indebitamente, a fronte di 26 falsi progetti presentati al Gse, circa 27.000 "certificati bianchi", rivenduti a un controvalore di poco superiore a 8 milioni di euro. In questa fase è  emerso il coinvolgimento di alcune società tedesche. Gli accertamenti hanno consentito di risalire all'esistenza di un sodalizio criminale che, da un anonimo ufficio di Torino, gestiva, oltre a quella valdostana, altre sette E.S.Co. nelle province di Milano, Torino, Varese, Asti, Vercelli e Biella, "vere e proprie scatole vuote utilizzate al solo scopo di ottenere e scambiare certificati bianchi". Dei proventi illeciti, ammontanti a oltre 27 milioni di euro, 14 milioni sono stati oggetto di riciclaggio in Albania, Bulgaria, Germania, Liechtenstein, Malta, Principato di Monaco, Slovenia, Spagna, Svizzera, Regno Unito, Ungheria, rientrando in Italia in contanti per poi essere reinvestito in strumenti finanziari, criptovalute ed immobili di lusso tra cui due ville ad Ischia e Ventotene


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