Napoli, ha confessato la zia delle due sorelle sfregiate con l'acido, il movente è legato a dissidi familiari

Napoli, ha confessato la zia delle due sorelle sfregiate con l'acido, il movente è legato a dissidi familiari

Napoli, ha confessato la zia delle due sorelle sfregiate con l'acido, il movente è legato a dissidi familiari


01 giugno 2022, ore 07:45 , agg. alle 08:55

La donna, 20 anni, si è costituita in Questura e ha ammesso le sue responsabilità. E' accusata di "deformazione dell'aspetto della persona mediante lesioni permanenti del viso" e rischia fino a 14 anni di reclusione. Ora è caccia agli altri componenti del gruppo che, a bordo di 3 scooter, avevano partecipato al raid avvenuto nella notte tra domenica e lunedì nel rione Sanità

Rischia fino a 14 anni di reclusione la zia delle due sorelle di 24 e 17 anni, ustionate con l'acido la notte tra domenica e lunedì a Napoli. La donna, 20enne, si è costituita ieri in Questura, ha ammesso le sue responsabilità ed è stata sottoposta a fermo. Di fatto uno sviluppo atteso dagli investigatori che già avevano concentrato su di lei le indagini. Dopo un lungo interrogatorio a cui era stata sottoposta, erano emersi chiari indizi a suo carico. Il movente, secondo quanto accertato, sarebbe legato a dissidi familiari legati a pettegolezzi. Ora è accusata di "deformazione dell'aspetto della persona mediante lesioni permanenti del viso" in concorso con altre persone. Un reato gravissimo che prevede, appunto, una pena tra gli 8 e i 14 anni di reclusione Gli inquirenti dovranno individuare gli altri componenti del gruppo, altre cinque persone tra cui due ragazze, che a bordo di tre scooter, avevano partecipato all’aggressione all'una di notte in corso Amedeo di Savoia, nel Rione Sanità.


I dissidi e i social 

L’episodio, avvenuto nella notte tra domenica e lunedì, non era il primo che aveva visto come vittime del due giovani. Alcune settimane fa la loro smart era stata data alle fiamme. Un primo campanello d’allarme che ha anticipato la successiva aggressione. Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, hanno permesso di individuare il legame tra i due fatti e soprattutto la pista familiare, confermata dalle tante persone sentite negli ultimi giorni, tra amici e parenti delle due ragazze. A dare una mano agli investigatori anche l’esame dei profili social delle persone coinvolte nella diatriba. Dagli account sarebbero emersi profondi dissidi legati a malelingue non meglio precisate. "Peggio della bugia che ha le gambe corte, c'e' l'invidia che ha la lingua lunga" – scriveva domenica una delle ragazze sfregiate - "lingua lunga ma di bugie... precisiamo". Un'ora dopo, intorno all'una di notte, l'attacco con l’acido che costerà caro all'autrice e ai suoi complici.


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