Napoli-Juventus, molto più di una partita

Napoli-Juventus, molto più di una partita

Napoli-Juventus, molto più di una partita


29 novembre 2017, ore 11:10

Almeno in un settore, il pallone, la vittoria non è impossibile

Due giorni a Napoli-Juventus, sfida per eccellenza degli ultimi anni. Molto più di una partita di calcio, soprattutto per i tifosi azzurri. Se per il mondo-Juve, infatti, c'è l'abitudine a doversi confrontare con avversari diversi, a seconda dei cicli delle squadre, a Napoli, i bianconeri sono da SEMPRE i più detestati. Più del Milan, più dell'Inter, più di tutti. Difficile capire i perché di questa atavica antipatia, senza passare da... Napoli. In città, dove pure si sprecano gli juventini, si cresce respirando un'aria di perenne rivalsa, nei confronti della squadra-simbolo dell'Italia ricca, potente e industriale. Una rivalsa spesso totalmente irrazionale e non di rado terreno di conquista, per chi voglia cavalcare lo scontento popolare e anche un mai sopito vittimismo. Almeno in un settore, il pallone, la vittoria non è impossibile. Storicamente molto difficile, ma non da escludere.
Si cresce, dunque, così: aspettando la doppia sfida annuale alla Juve, come il giorno dei giorni. Bello, ma pericoloso. Per troppi anni, infatti, al Napoli poteva magari riuscire l'impresa singola, ma era al più uno sfizio, il dispetto del 'popolo' ai 're' della famiglia Agnelli. Poi, arrivò Diego e tutto cambiò.

Ero al San Paolo, quella grigia domenica: settore, tribuna laterale inferiore. Da lì, la partita si vede poco e male, ma ricordo la carezza della parabola impossibile della punizione di Maradona. Scorsi il pallone, che era già in volo, beffardo e sgusciante, come solo il Diez avrebbe mai potuto. L'urlo selvaggio, l'orgasmo collettivo di una città, che non batteva la Juve da una vita. Poi, gli scudetti, la storia che si capovolge, con i bianconeri battuti tante volte, prima dell'inesorabile crollo e dell'onta della Serie C. Nell'era contemporanea, il Napoli è tornato a guardare negli occhi i bianconeri, non grazie al genio irreplicabile, ma a una programmazione - si badi - molto sabauda. Ecco perché, oggi, gli azzurri sono più credibili e meno episodici di allora. Non dipendono dall'uno, ma da un team e un gioco, con pochi eguali.

E' forse giunto il momento, dunque, di lasciar riposare negli album di fotografie quella domenica e la magia di Diego. Aspettarla la Juve, ma senza eccessi, compreso Higuain, che ha rifiutato di essere simbolo di una città, ma non merita certe schifezze che si leggono in questi gironi. Una partita importante, ma una partita. Se il Napoli completerà questa evoluzione, attesa e gioia, ma non parossismo e ansia, nulla sarà impossibile. E tutti ci divertiremo di più, a guardare Napoli-Juventus.