
Omicidio di Garlasco, spunta un nuovo profilo genetico, è il “Dna ignoto 3” Photo Credit: foto agenzia fotogramma.it
14 luglio 2025, ore 21:17
Sul luogo del delitto potrebbe esserci stato un altro uomo, un profilo maschile ignoto è stato individuato dalle contro analisi su una garza utilizzata nel 2007 per il prelievo di materiale biologico dalla bocca della giovane vittima
Sono passati 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, e si indaga ancora. Nelle analisi disposte dalla Procura di Pavia, emerge una nuova traccia genetica. È stata individuata su una garza utilizzata nel 2007 per il prelievo di materiale biologico dalla bocca della giovane vittima. Si tratta di un profilo maschile al momento ignoto. un DNA mai emerso prima. Non è la svolta su questo caso, ma sicuramente si riaccendono i riflettori sulla morte di questa giovane in provincia di Pavia. Uno dei delitti più controversi della cronaca italiana. Il test genetico, replicato nell’ambito dell’incidente probatorio, conferma quanto già emerso nei giorni scorsi: su cinque prelievi, tre sono risultati inutilizzabili, mentre due hanno portato alla luce due profili Y. Uno è riconducibile ad Ernesto Gabriele Ferrari, assistente del medico legale che eseguì l’autopsia, Dario Ballardini. L’altro, invece resta al momento senza nome. Diciotto anni dopo il delitto, la famiglia Poggi è ancora sospesa tra dolore e attesa della verità.
Assassino o contaminazione
Al momento è presto per trarre conclusioni, ma si apre il dibattito se il DNA trovato sul tampone sia dell’assassino, o di qualcuno che abbia partecipato al delitto di Chiara Poggi, oppure se si tratti di una contaminazione. Servirà ancora tempo per capire. Secondo alcuni consulenti il profilo è “netto, completo, robusto, con 22 marcatori” ma non compatibile né con Alberto Stasi, che è stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere, né con Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, attualmente al centro di una nuova ipotesi accusatoria. C’è anche chi, come Luciano Garofano, ex comandante dei RIS e consulente della difesa, parla di un “mix” tra il Dna di Ferrari e una presenza estranea in quantità minime. E la spiegazione più plausibile sarebbe quella della contaminazione. La garza usata forse non era sterile e potrebbe essere stata manipolata in modo improprio prima del prelievo.
Ulteriori chiarimenti
Di certo è che per la dottoressa Denise Albani, La perita nominata dal giudice per le indagini preliminari, saranno necessari ulteriori chiarimenti. Soprattutto ci sarà da capire come mai sia stata utilizzata una garza invece di un tampone e poi servirà l’elenco di tutte le persone che hanno all’autopsia o che, in quelle ore, ebbero accesso al corpo della giovane. Se non si arriverà ad una precisa identità del profilo genetico, il campo verrà allargato ai tamponi a tutti coloro che furono inizialmente esclusi.
Le immagini dell’autopsia
Solo l’intervento del Garante ha impedito la vendita online di fotografie del cadavere di Chiara Poggi, scattate a scopo investigativo. L’episodio ha suscitato profondo sdegno e potrebbe avere conseguenze giudiziarie.