Ostia, i Clan e la strana morale dei politici

Ostia, i Clan e la strana morale dei politici

Ostia, i Clan e la strana morale dei politici


09 novembre 2017, ore 15:00

Il punto di Alberto Ciapparoni

Roberto è il fratello più piccolo di Romoletto, considerato il boss del noto clan Spada. Martedì scorso si è scagliato con violenza contro la troupe Rai che voleva intervistarlo sull’appoggio dato a Casapound via Facebook a due giorni dal voto del 5 novembre nel X Municipio, quello che comprende Ostia, commissariato per mafia, con l’ex presidente Pd, Andrea Tassone, arrestato e condannato a 5 anni. Proprio lui, Roberto Spada, che in piena campagna elettorale per il Campidoglio, nel 2016, non nascose la sua simpatia per il Movimento Cinque stelle. Traduzione: i voti non puzzano mai. Virginia Raggi sedici mesi non rifiutò quei consensi, come oggi non li ha respinti il movimento di estrema destra, come a suo tempo li accolsero i Democratici. Costruire una doppia o tripla morale sarebbe profondamente sbagliato. E soprattutto non aiuterebbe a capire perché quelli che vengono chiamati i fascisti del Terzo Millennio al primo turno hanno superato quota 9 per cento, conquistando un consigliere: cioè, attraverso un impegno documentato e costante sul territorio, dove gli altri partiti non sono più presenti, e dove più di ogni altra cosa non c’è più lo Stato.