Pasta sempre più cara: le famiglie italiane devono prepararsi a un salasso per il piatto simbolo del Made in Italy

Pasta sempre più cara: le famiglie italiane devono prepararsi a un salasso per il piatto simbolo del Made in Italy

Pasta sempre più cara: le famiglie italiane devono prepararsi a un salasso per il piatto simbolo del Made in Italy


03 ottobre 2022, ore 13:00 , agg. alle 13:36

Secondo Coldiretti, tra gli effetti della guerra in Ucraina e le distorsioni nelle filiere, gli aumenti complessivi ammonterebbero a 800 milioni di euro in più rispetto all'anno scorso; un chilo di pasta costa ora minimo 3 euro

Le famiglie italiane spenderanno nel 2022 solo per la pasta quasi 800 milioni di euro in più rispetto all'anno precedente a causa dei rincari record scatenati dalla guerra in Ucraina e delle distorsioni all'interno delle filiere che impoveriscono le tasche dei cittadini e danneggiano gli agricoltori. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Istat che fotografa gli effetti dell'aumento dei prezzi su base annua del 21,6% a settembre per il prodotto alimentare più presente sulle tavole degli italiani.

Allarme rincari 

 Gli aumenti, secondo quanto spiega Coldiretti, graveranno soprattutto sulle famiglie più povere dove la pasta ha una incidenza più elevata sulla spesa quotidiana.  In effetti, a seconda delle località il prezzo di un chilo di pasta di semola oscilla tra i 3 e i 3,20 euro.  Se a Milano,  infatti, per due pacchi di pasta si può spendere fino a 3,18 euro, a Roma si viaggia sui 3,20 euro, a Bologna siamo a 3,26 euro, a Palermo 2,48 euro al chilo, a Napoli 3,18 euro: si tratta dei dati dell'Osservatorio prezzi del Ministero dello Sviluppo economico, elaborati da Coldiretti.

Non è il grano ad essere aumentato

L'incidenza del costo del grano sul prezzo di penne e spaghetti è però marginale: un chilo di grano viene pagato oggi agli agricoltori intorno ai 47 centesimi al di sotto dei costi di produzione che sono schizzati alle stelle. A livello nazionale si è infatti verificato il crollo dei raccolti fino al -30% con gli agricoltori che hanno dovuto anche affrontare rincari delle spese di produzione che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio con incrementi medi dei costi correnti del 68% secondo elaborazioni Coldiretti su dati del Crea. Con la forte dipendenza dall'estero,  la guerra ha dunque moltiplicato - sottolinea la Coldiretti - manovre speculative e pratiche sleali sui prodotti alimentari aggravando una situazione che vede il nostro Paese dipendente dalle importazioni straniere già per il 44% del grano duro per la pasta. ''Occorre ridurre la dipendenza dall'estero e lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali'' afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che ''serve anche investire per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità, contrastare seriamente l'invasione della fauna selvatica e sostenere la ricerca pubblica con l'innovazione tecnologica".


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