Quattordici anni fa il delitto di Garlasco, Chiara Poggi fu uccisa dal fidanzato nella sua casa

Quattordici anni fa il delitto di Garlasco, Chiara Poggi fu uccisa dal fidanzato nella sua casa

Quattordici anni fa il delitto di Garlasco, Chiara Poggi fu uccisa dal fidanzato nella sua casa


13 agosto 2021, ore 09:00

Alberto Stasi è stato condannato in via definitiva per l'omicidio della 26enne

Il delitto di Garlasco

La mattina del 13 agosto del 2007 Chiara Poggi si trovava nella sua villetta di Garlasco, in provincia di Pavia. Era sola perchè i genitori e il fratello erano in vacanza. La ragazza fu brutalmente assassinata e l'allarme venne dato dal fidanzato, Alberto Stasi, che raccontò di essere andata a trovarla e di averla trovata morta. Chiara Poggi aveva 26 anni ed era laureata in economia. Il delitto finì per diventare un caso mediatico con giornali, radio e tv che cercarono di dipanare il giallo fino all'arresto di Stasi. 


Le indagini

Chiara Poggi fu assassinata con un oggetto contundente mai identificato. Secondo gli inquirenti, la ragazza conosceva l'assassino perchè gli aveva aperto la porta di casa in pigiama e volontariamente visto che non erano stati rilevati segni di effrazione. I sospetti si concentrarono su Alberto Stasi. Lo studente della Bocconi aveva dato l'allarme, ma il suo racconto sembrò da subito incongruente in alcuni passaggi e i suoi vestiti e le sue scarpe troppo puliti per essere stati indossati da chi aveva trovato un cadavere in una casa dove la presenza di sangue era abbondante. Il giovane fu arrestato il 24 settembre e scarcerato il 28 settembre per insufficienza di prove. 


I processi

Alberto Stasi venne assolto dall'accusa di omicidio sia in primo sia in secondo grado. La Corte di Cassazione, però, annullò la sentenza. La Suprema Corte, tra le motivazioni dell'annullamento, ordinò esami del DNA su un capello trovato tra le mani della vittima e su residui di DNA sotto le unghie, repertati e mai analizzati. Nonostante l'annullamento con rinvio delle due assoluzioni, la Cassazione ribadì che fosse, difficile «pervenire a un risultato, di assoluzione o di condanna, contrassegnato da coerenza, credibilità e ragionevolezza» e quindi «impossibile condannare o assolvere Alberto Stasi», preferendo però non confermare il proscioglimento, in attesa dei nuovi esami scientifici. Al processo d'appello bis il 17 dicembre 2014, in seguito alla nuova perizia computerizzata sulla camminata e ad alcune incongruenze nel racconto, e pur in assenza di riscontri nei nuovi test del DNA (come quello sul capello), Stasi viene ritenuto colpevole e condannato a ventiquattro anni di reclusione, pena poi ridotta a 16 anni grazie al rito abbreviato, per omicidio volontario, con l'esclusione però delle aggravanti della crudeltà e della premeditazione. Stasi ha chiesto più volte la revisione del processo. 

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