Quattordici arresti nel Gargano per disastro ambientale e combustione illecita di rifiuti

Quattordici arresti nel Gargano per disastro ambientale e combustione illecita di rifiuti

Quattordici arresti nel Gargano per disastro ambientale e combustione illecita di rifiuti


15 ottobre 2021, ore 10:00

L'indagine, che ha portato anche a diversi sequestri, è durata venti mesi e ha visto coinvolti circa centocinquanta agenti della Guardia costiera

Dopo quasi due anni di indagini svolte dal Nucleo Speciale d’Intervento del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, quattordici persone sono state arrestate per i reati di disastro ambientale e combustione illecita di rifiuti. Le attività investigative erano scattate in seguito alla rilevazione di di ingentissime quantità di rifiuti plastici su spiagge, dune e fondali marini dell’area nord del gargano, in puglia.

L'operazione

Ai microfoni di RTL 102.5, il comandante Michele Castaldo, capo del Nucleo Speciale d'Intervento della Guardia Costiera, ha dichiarato che si è trattato di "una operazione complessa durata oltre un anno e mezzo. L'indagine è partita dopo che nel territorio a nord del Gargano sono stati rinvenuti moltissimi materiali plastici che hanno modificato la matrice ambientale di dune, coste e scogliere, creando problemi all'habitat naturale". Circa 150 i militari della guardia costiera impiegati nelle indagini, che hanno previsto anche campagne di immersione di operatori subacquei. I rifiuti hanno determinato alterazioni degli ecosistemi interessati.

Le indagini

L'attività investigativa è stato coordinato dalla Procura della Repubblica di Foggia, svolte dal Nucleo Speciale d’Intervento del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto della Guardia Costiera nell’ambito dell’operazione denominata “Gargano Nostrum". Le indagini hanno portato agli arresti domiciliari nei confronti di dieci indagati per il reato ascritto di disastro ambientale e nei confronti altri quattro indagati per il reato ascritto di combustione illecita di rifiuti. L’indagine trae origine dalla riscontrata presenza su spiagge, scogliere, dune e fondali marini di ingentissime quantità di rifiuti plastici che hanno determinato una rilevantissima alterazione delle matrici ambientali e degli ecosistemi relativi. Le investigazioni, svolte in circa 20 mesi dal Nucleo Speciale d’Intervento del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, hanno previsto anche campagne di immersioni da parte degli operatori subacquei della Guardia Costiera.


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