Riflessioni pandemico-filosofiche di Andrea Pamparana

Riflessioni pandemico-filosofiche di Andrea Pamparana

Riflessioni pandemico-filosofiche di Andrea Pamparana


25 marzo 2021, ore 19:00

Siamo in Stato di emergenza. Quindi lo Stato deve prendere in mano la situazione. Il Governo deve ordinare alle Regioni di obbedire. Senza se e senza ma. Altrimenti vengano commissariate.

Una scelerata riforma

Ho sempre sostenuto che la riforma Bindi che regionalizzava la Sanità è stata uno scempio. Ha, di fatto, politicizzato le Asl introducendo il criterio della lottizzazione. Non importa il merito, a nulla serve la competenza, è necessaria solo la fedeltà al partito di riferimento. Un voto di scambio, dunque un reato. Ma la Magistratura si è ben guardata dal mettere mano a questo letamaio e oggi ne paghiamo le conseguenze.

Il dovere di obbedienza

Il cittadino deve obbedire. Ma il dovere di obbedienza, che al cittadino è imposto dall'organizzazione stessa della società civile e a garanzia di essa, cade nel momento stesso in cui colui o coloro nei quali i singoli hanno trasferito il proprio diritto naturale trascurano o dimenticano quello che è lo scopo primo della loro esistenza in quanto detentori del potere: provvedere al bene comune.

Il potere dello Stato

Il potere dello Stato, quale nasce dal patto che gli uomini stringono fra loro al fine di garantirsi reciprocamente, è assoluto. Il cittadino trasferisce nell’autorità politica il proprio potere e quindi il proprio diritto. A seconda della forma di governo egli resta più o meno libero, ma anche nell'ambito di un regime democratico, la libertà di cui egli gode è, fino al momento in cui lo Stato tiene fede al proprio impegno, che è quello di perseguire il bene dei cittadini, esclusivamente libertà di pensiero e di parola. Nulla può fare il cittadino per modificare l'organizzazione della società civile se non tramite i suoi rappresentanti.

La facoltà di ragionare

Ciò che egli non ha vincolato è la sua facoltà di ragionare, la sua capacità di giudizio, che costituisce la vera essenza di uomo, e della quale non può mai spogliarsi senza cessare di essere uomo. Tale libertà consente al cittadino di svolgere ampia opera di dibattito politico, ma non lo autorizza ad agire in armonia con il suo giudizio ove questo si articoli in una critica al potere costituito.

Il problema Spinoza

Questi concetti furono magistralmente messi nero su bianco alla fine del 1600 da uno dei più grandi filosofi mai vissuti, Baruk Spinoza. Il governo democratico offre il vantaggio di non cadere facilmente in assurdità, poiché è difficile che molti convengano tra di loro in un’assurdità. Per Spinoza l’uomo è libero se guidato dalla ragione.

Io credo che oggi siamo di fronte ad una sorta di nuova “teologia” che sciorina sul web i suoi dogmi, governata dal principio dell’obbedienza a questi dogmi: i poteri forti, Big Pharma, Soros, Bill Gates, e via dicendo. Mentre i principi della filosofia sono fondati sul criterio della verità. Un criterio che consente di cancellare il terreno dai pregiudizi che limitano l’esercizio del libero pensiero.

Stucchevoli sciocchezze

Ogni giorno leggiamo stucchevoli sciocchezze che sono solo il frutto di ignoranza e di quei pregiudizi che limitano il nostro libero pensiero. A scuola, penso ai nostri istituti superiori, Spinoza è spesso dimenticato, ostracizzato, perché contestava l’oppressione religiosa (di tutte le religioni, lui ebreo addirittura espulso dalla sua comunità il 27 luglio del 1656) e quella politica. Lui, solitario artigiano molatore di lenti per occhiali, cannocchiali e telescopi, propugnava l’affermazione della libertà di pensiero e di parola e la dimostrazione della possibilità di organizzare la società civile in modo che tali libertà ne costituiscano la struttura stessa.

Il grande timore

Ho un grande timore: che finita la pandemia, grazie soprattutto alle vaccinazioni, nuovi dogmi e nuove teologie percorreranno i tortuosi sentieri del web, in cui nuovi “profeti” proveranno a scalfire la “ragione” sulla quale si fonda lo Stato libero, perché la libertà si definisce solo come razionalità. 


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