Riforme istituzionali, la mossa di Matteo Renzi: disegno di legge sull’elezione diretta del premier

Riforme istituzionali, la mossa di Matteo Renzi: disegno di legge sull’elezione diretta del premier

Riforme istituzionali, la mossa di Matteo Renzi: disegno di legge sull’elezione diretta del premier


01 agosto 2023, ore 17:54

Una riforma, quella sul premierato, su cui l'ex premier è pronto a lavorare in Parlamento da subito: "Noi ci siamo a discuterla anche ad agosto, vediamo chi ci sta. Questo ddl a parole ha il consenso della maggioranza e di una parte dell'opposizione”

"Firmo qui di fronte a voi la proposta di legge di revisione costituzionale che il governo non ha avuto la forza di fare in nove mesi. Chiacchiera, chiacchiera ma non la fa, allora la presento io: 'Disposizioni per l'introduzione dell'elezione diretta del presidente del Consiglio dei ministri'". E' la mossa con cui il leader di Iv, Matteo Renzi, si propone di 'stanare' la premier Giorgia Meloni, a suo avviso bloccata su questo fronte da dissidi con la Lega derivanti dal concomitante ddl Calderoli sull'Autonomia differenziata. Ma in una certa misura l'iniziativa di Renzi è rivolta anche agli alleati di Azione, coi quali i rapporti si sono ulteriormente deteriorati negli ultimi giorni.


La riforma

Una riforma, quella sul premierato, su cui l'ex premier è pronto a lavorare in Parlamento da subito: "Noi ci siamo a discuterla anche ad agosto - ha aggiunto - vediamo chi ci sta. Questo ddl a parole ha il consenso della maggioranza e di parte dell'opposizione, sono 9 mesi che fanno melina e noi il 1 agosto la mettiamo agli atti. Faceva anche parte integrante del programma elettorale del Terzo Polo. Se qualcuno ha cambiato idea lo dica. E' finito il tempo delle chiacchiere". "Sono davvero sconvolto - ha detto ancora Renzi - dalla qualità del dibattito politico di questa fase. Abbiamo una serie di problemi che richiederebbero una grande discussione". A questo proposito, il leader di Iv si inserisce anche nella polemica sulla pausa troppo lunga dei lavori del Senato: "Il presidente La Russa è stato attaccato per le settimane di vacanza del Senato. A parte che il calendario lo decide la conferenza dei capigruppo, ma svelo: non si fa attività in Parlamento perché non ci sono le proposte del governo. Io dico a La Russa: c'è la mia proposta, il ddl di iniziativa Renzi e Paita, contro il dissesto idrogeologico e per il ripristino di Casa Italia e Italia sicura. Se il governo ha voglia di lavorare, la settimana prossima si cancellano le ferie, si vota questa proposta e in due giorni si dimostra che il Parlamento ha voglia di lavorare. Dico a La Russa - ha concluso - invece di cinque facciamo quattro settimane che va bene lo stesso".


Il salario minimo

Tra i provvedimenti attualmente pendenti c'è anche la proposta delle opposizioni sul salario minimo, che però Iv non ha sottoscritto, optando per un'altra formula: "La proposta di legge Conte e altri è assolutamente rispettabile, ma io non la condivido per un motivo semplice: è previsto un fondo pubblico per fare il salario minimo. Vai ad aumentare le tasse di tutti gli altri lavoratori. Io oggi firmo qui la partecipazione al lavoro per una governance di impresa partecipata dai lavoratori. Vuol dire che se fai un bel guadagno a fine anno, detasso l'utile se va in tasca ai lavoratori ed è uno strumento molto potente contro le disuguaglianze". Dove Renzi riconosce coerenza ed efficacia all'operato del premier è sul fronte della politica estera. Oltre all'atlantismo e alla posizione sul conflitto ucraino, il leader Iv riconosce a Meloni grandi meriti sulla soluzione positiva della vicenda Zaki: "Ho considerato un successo politico la chiusura della vicenda Zaki. Ho fatto i complimenti alla presidente del Consiglio. Lo dico chiaramente - ha aggiunto - Zaki ha un debito di riconoscenza nei confronti di Giorgia Meloni. L'hanno aiutata molte persone, ma l'operazione con Al-Sisi l'ha chiusa Giorgia Meloni". Tornando al salario minimo, anche in questo caso la posizione di Iv è diversa da quella di Azione, che nelle ultime ore ha polemizzato coi renziani anche per la partecipazione di alcuni suoi parlamentari alla cena al Twiga, lo stabilimento balneare di Daniela Santanché. Tanto che a Renzi è stato chiesto se i gruppi comuni non siano ormai in bilico: "Io sono fermo - ha detto Renzi - a quello che ci siamo detti in una riunione chiusa all'unanimità. Se qualcuno ritiene di dover cambiare idea lo dica. Non mi sentirete mai fare attacchi personali. Se nelle prossime settimane si vorrà fare chiarezza penso che si dovrà indicare il percorso per le Europee. C'è uno spazio enorme per i riformisti. Se si vuole costruire quello spazio noi ci siamo, il menù del Twiga è un'altra cosa".


La Commissione

Altro tema importante che Renzi ha affrontato, quello della commissione d'inchiesta sul Covid, dove ha voluto mettere a punto la propria valutazione sulle parole del Capo dello Stato: "Se qualcuno pensa che le Commissioni di inchiesta non servano, vada a parlare con la famiglia di David Rossi. Non si può usare l'impeccabile discorso di Mattarella per interferire sul dibattito parlamentare in corso, noi condividiamo che la Commissione debba avere i limiti previsti dalla Carta costituzionale". C'è spazio per un passaggio sulle elezioni suppletive al Senato nel seggio di Monza, lasciato vacante dalla scomparsa di Silvio Berlusconi, dove il radicale Cappato ha presentato la propria candidatura contro Adriano Galliani: "Decideremo a settembre. Marco Cappato è capace di grande battaglie, non sempre le condivido, dobbiamo però capire se l'obiettivo è vincere o partecipare. Se è partecipare Cappato ha un grande capacità, se l'obiettivo è vincere non lo so. Dovete chiedere al Pd".


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