Riforme, Meloni spinge per l’elezione diretta: del Presidente o del premier. 5S e Pd: no; Terzo Polo: ni

Riforme, Meloni spinge per l’elezione diretta: del Presidente o del premier. 5S e Pd: no; Terzo Polo: ni

Riforme, Meloni spinge per l’elezione diretta: del Presidente o del premier. 5S e Pd: no; Terzo Polo: ni


09 maggio 2023, ore 20:16

La premier ha visto le opposizioni affiancata da Tajani e Salvini, dalla ministra per le Riforme Casellati e dal ministro dei Rapporti con il Parlamento Ciriani, dai sottosegretari Mantovano e Fazzolari, e dal consigliere giuridico Francesco Saverio Marini

“Presidenzialismo, semi presidenzialismo o premierato”. Alle delegazioni dell'opposizione che hanno varcato la soglia della biblioteca della Camera Giorgia Meloni ha proposto questi tre scenari. Hanno come minimo comun denominatore un’elezione diretta, o del Presidente della Repubblica o del premier. L’obiettivo, spiega una fonte vicina alla premier, era verificare possibili convergenze su uno dei tre modelli, e poi da lì iniziare per una discussione. Lei, Meloni, al termine della giornata, si esprime così: "La riforma non è per noi stessi, è per il Paese, l'obbiettivo è rafforzare la stabilità dell'esecutivo, non accentrare il potere.  E se dovesse andare bene il cambiamento varrà per la prossima legislatura. Sarebbe miope limitarci a gestire la quotidianità, data la solidità e i numeri della nostra maggioranza. Immagino un segno che possa migliorare il futuro di questa Nazione".

La ‘Regina’

Le dichiarazioni alla stampa si sono svolte presso la sala della Regina, sala allestita come fossero le consultazioni per la formazione del governo: podio per le delegazioni che escono, sedie per i giornalisti, pedana per le telecamere. Meloni accoglie le opposizioni affiancata da Antonio Tajani e Matteo Salvini (che arriva solo alle 15 dall’Abruzzo, dove si trovava per la campagna elettorale), dalla ministra per le Riforme Elisabetta Casellati e da quello dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, dai sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, dal consigliere giuridico della premier Francesco Saverio Marini.


M5S

L’incontro con il Movimento 5 stelle è il primo della giornata: un faccia a faccia durato quasi un’ora e mezza, una sorta di brain storming generale, finito con un confronto sui Livelli essenziali di prestazione, i famigerati Lep che costituiscono uno dei nodi principali sull’Autonomia. Un confronto dai contenuti molteplici e diversi, che sembra più l’occasione per sondarsi reciprocamente che non quella di avviare un percorso comune. Con Conte si presentano Stefano Patuanelli, Alessandra Maiorino, Francesco Silvestri, Alfonso Colucci zainetto in spalla. C’è anche Rocco Casalino a sorvegliare il tutto. “Siamo contrari a presidenzialismo e premierato”, dice Conte, ma apre all’idea di una commissione parlamentare ad hoc in cui potersi confrontare, e sull’idea della famigerata bicamerale la maggioranza non chiude la porta e promette di valutare la proposta.


Terzo Polo

Quando arriva il Terzo Polo, c’è Carlo Calenda ma non Matteo Renzi, che di buon mattino ha già bruciato il nemico amico: “A Meloni dico che noi ci siamo”. Il leader di Azione esce dall’incontro e mette dei paletti: “La linea rossa da non superare è la figura di garanzia del Capo dello Stato, toccarla sarebbe un errore grave”. Ma il suo è il partito d’opposizione che tra tutti più si dimostra disponibile a collaborare: “Siamo favorevoli al sindaco d’Italia, l’elezione diretta del premier e il monocameralismo”. Punti di contatto ce ne sono, così come quando si torna a parlare di Bicamerale, e la delegazione del Terzo Polo registra una disponibilità di massima da parte della premier. “Ma non ci impicchiamo al metodo”, mette le mani avanti Calenda, ribadendo che è tutto ancora in gioco, e che Meloni non si è scoperta su come voglia procedere.


PD

Anche la Segretaria Dem Elly Schlein ha aperto soltanto alla sfiducia costruttiva, alla tedesca, e al cambiamento della legge elettorale. Per il resto, nel suo primo faccia a faccia con la presidente del Consiglio, tanta, tantissima distanza. Intanto quasi tutti i partiti però si dichiarano favorevoli alla costituzione di una Commissione parlamentare ad hoc, tipo Commissione Bicamerale per intenderci.


Lega

Ma il problema della condivisione la premier sembra averlo anche in casa. Il capogruppo della Lega a Montecitorio, Riccardo Molinari, di buon mattino mette i puntini sulle i: “Nel programma del centrodestra c’era l’elezione diretta del presidente della Repubblica. Se Meloni vuole proporre l’elezione del premier, la Lega chiede garanzie per il ruolo del Parlamento”. Un avvertimento che in Fratelli d’Italia viene interpretato come un modo per alzare la posta: in ballo c’è il percorso dell’Autonomia, le nomine in Rai, quelle della guardia di Finanza. Tutto mentre in cortile due deputati srotolano uno striscione, si pensa ad una contestazione, e invece: scritta bianca su fondo blu, “Club Napoli Parlamento, la capolista se ne va”.


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