Riprendono i negoziati a Doha per la liberazione degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas

Riprendono i negoziati a Doha per la liberazione degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas

Riprendono i negoziati a Doha per la liberazione degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas


25 febbraio 2024, ore 18:05

Netanyahu lavora a un accordo ma non rinuncia all’operazione di terra a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza

Stiamo lavorando a un accordo per gli ostaggi. Voglio arrivare a un'intesa e apprezzo gli sforzi degli Stati Uniti ma Hamas deve ridurre le sue richieste. Così oggi il premier israeliano Netanyahu dopo la diffusione della notizia di una ripresa a Doha dei negoziati per liberare i prigionieri catturati il 7 ottobre da Hamas e arrivare a una pausa nella guerra a Gaza. Al tavolo Stati Uniti, Egitto, Qatar e Israele. Il consigliere alla sicurezza nazionale statunitense Jake Sullivan in un'intervista ha auspicato  che nei prossimi giorni si possa arrivare al punto di un accordo finale. Intanto, continuano i raid israeliani nel sud della Striscia, colpita in più punti anche la linea di confine con l’Egitto. Netanyahu ha ribadito che le forze israeliane entreranno a Rafah e che entro qualche settimana la vittoria su Hamas sarà totale. L’operazione, ha aggiunto questa mattina il primo ministro, si farà anche se si troverà un’intesa sugli ostaggi. L'esercito israeliano ha riferito di aver concluso le operazioni militari nell'ospedale Nasser di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. 200 persone sono state arrestate nel complesso nell’area del nosocomio.


Cresce il numero delle vittime palestinesi mentre si teme un allargamento del conflitto 

Il ministero della Sanità di Hamas ha aggiornato il bilancio delle vittime a Gaza dall'inizio della guerra, indicando ad oggi 29.692 di persone uccise. I morti nelle ultime 24 ore sarebbero almeno 86 mentre lo stesso ministero conta un totale di feriti dal 7 ottobre di 69.879. Il governo dell'Autorità Nazionale Palestinese guidato dal premier Mohammed Shtayyeh potrebbe dimettersi entro due giorni per permettere la formazione di un esecutivo di tecnocrati sganciato dai partiti, secondo il Jerusalem post. Si torna a parlare di escalation del conflitto in Medio Oriente. La continuazione della guerra a Gaza durante il mese di Ramadan potrebbe portare ad un'espansione del conflitto. E' quanto ha dichiarato nelle scorse ore re Abdallah di Giordania, dopo un faccia a faccai ad Amman con il presidente palestinese Abu Mazen.


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