Rock all'asta: cinquantamila dollari per un video d'arte legato alla canzone di Mick Jagger e Dave Grohl

Rock all'asta: cinquantamila dollari per un video d'arte legato alla canzone di Mick Jagger e Dave Grohl

Rock all'asta: cinquantamila dollari per un video d'arte legato alla canzone di Mick Jagger e Dave Grohl


17 aprile 2021, ore 14:00 , agg. alle 15:34

I memorabilia dei giganti della musica fanno gola ai collezionisti. Tre anni fa David Gilmour dei Pink Floyd mise in vendita la sua collezione di strumenti, per un ricavato record di oltre 21 milioni di dollari

È una proprietà immateriale, anzi un “non fungible token”, un’espressione di arte digitale. Puoi comprarla, ma in mano non avrai nulla. Un nuovo trend per il collezionismo di lusso, e soprattutto per gli investitori delle realtà impalpabili sul Web. Non più tardi di tre settimane fa un collage di immagini dell’artista visuale Beeple è stato venduto da Christie’s per la sbalorditiva cifra di quasi 70 milioni di dollari. In confronto, l’operazione incentrata nelle scorse ore su un video realizzato dal tedesco Extraweg per “Eazy Sleazy” di Mick Jagger & Dave Grohl ha materializzato pochi spiccioli: 50 mila dollari per l’acquirente che l’ha spuntata in un’asta online. Il ricavato sarà devoluto per il sostegno di alcuni locali inglesi.


Gadget che vanno a ruba tra i Paperoni

Quella attorno a “Eazy Sleazy”, con la sequenza animata di un uomo/donna che entra di corsa, sfondandole, in teste simil-manichino, è qualcosa di più di un’eccentrica trovata pandemica o un’alleanza trasversale fra artisti. È il segno di un passaggio d’epoca, l’addio al possesso 3d, dove il “non fungible token” firmato su cui speculare potrebbe prendere il posto degli oggetti “solidi” che costituiscono il tesoro della leggenda rock. Appassionati e fans con importanti disponibilità finanziarie non vedono l’ora di mettere le mani su strumenti, gadget e spartiti dei loro beniamini. Per cifre colossali.


Gilmour, Clapton, McCartney. E il maglione-reliquia di Cobain

Tre anni fa fece scalpore la decisione di David Gilmour di disfarsi delle sue 126 chitarre, sulle quali aveva composto assoli e arpeggi inarrivabili come in “Comfortably numb” o “Shine on you crazy diamond”, il cuore del mito dei Pink Floyd. Gilmour spiegò che non gli importava di invecchiare con tutto quell’arsenale in casa, e che gli incassi dell’iniziativa sarebbero andati in beneficenza per la causa ambientale, “affinché i nostri figli possano suonare in un pianeta più sano”. L’asta da Christie’s si concluse con un ricavato complessivo di 21,5 milioni di dollari, di cui quasi 4 per la sola Black Strat, il pezzo più pregiato del lotto. In quell’occasione fu polverizzato ogni record per una chitarra famosa: quella di Eric Clapton era stata venduta, nel 2017, per poco meno di un milione di dollari. Ma vanno forte anche i manoscritti: il foglio su cui Paul McCartney scribacchiò il testo di “Hey Jude” è stato rivenduto un anno fa per 910 mila dollari. Il precedente possessore era stato proprio il destinatario della canzone, Julian Lennon, che nel ‘96 lo aveva fatto suo per 25mila dollari. Per non dire della reliquia pagana del maglione che Kurt Cobain indossava nello special “Unplugged” dei Nirvana su Mtv. Un vecchio cardigan bucato, ammuffito e con un’inquietante macchia in una tasca. È andato via per 300mila dollari.

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