Salvini contestato al confine tra Polonia e Ucraina, il sindaco gli ricorda la vicinanza a Putin e non lo riceve

Salvini contestato al confine tra Polonia e Ucraina, il sindaco gli ricorda la vicinanza a Putin e non lo riceve

Salvini contestato al confine tra Polonia e Ucraina, il sindaco gli ricorda la vicinanza a Putin e non lo riceve


08 marzo 2022, ore 16:34

Al leader della Lega viene rinfacciata la vicinanza a Putin, lo ha contestato anche un gruppo di italiani in Polonia; lui replica di essere sul posto per favorire la pace.

PASSERELLA FALLITA

Probabilmente si aspettava una accoglienza diversa. Matteo Salvini aveva pianificato il suo viaggio vicino al fronte di guerra per guadagnare un po’ di facile consenso e per far dimenticare la sua vicinanza a Vladimir Putin. Ora rinnegato, ma fino a qualche mese fa considerato un modello. Ma le cose sono andate in modo diverso. Quando è arrivato alla stazione di Przemysl, la cittadina polacca ad una decina di chilometri al confine con l'Ucraina, Salvini ha trovato un gruppetto di italiani che gli ha urlato: “Pagliaccio, buffone, vergognati”. Qualcuno gli ha poi ricordato che qualche tempo fa girava con una maglietta con la scritta: “Mezzo Putin per due Mattarella” e che sosteneva di sentirsi a casa più a Mosca che in Europa. A queste considerazioni, Salvini ha risposto: “Buon lavoro” e se ne è andato.

RESPINTO CON PERDITE

Salvini pensava di incontrare il sindaco di Przemysl, ma anche Wojciech Bakun lo ha respinto. Il primo cittadino ha prima ringraziato l’Italia per la vicinanza con l’Ucraina e per l’aiuto di questi giorni, ma poi ha fatto sapere che non avrebbe ricevuto il leader della Lega, rinfacciandogli la vecchia e nota vicinanza con Putin.Io qui non la ricevo, se vuole venga con me al confine a condannare Putin”. Matteo Salvini ha risposto: “Non ci interessa la polemica della sinistra italiana o polacca, siamo qui per aiutare chi scappa dalla guerra”. E al confine con il sindaco non ci è andato.

SALVINI: NO ALLE POLEMICHE, SI' ALLA PACE

Ha preferito fermarsi a parlare con i giornalisti italiani, ai quali ha detto: “Qualche italiano preferisce la guerra, mi spiace per lui. Io sono qua per la pace e condanno la guerra, condanno le bombe”. A chi gli ha chiesto se condannasse Putin, il leader della Lega ha risposto: “Certo, ovvio. Condanniamo la guerra, chiunque condanna la guerra e l'aggressione tranne qualche italiano che è qua a parlare di guerra”. A proposito della sua vicinanza a Putin, Salvini ha replicato: “Putin l'hanno incontrato tutti: Prodi, Obama, Clinton, Berlusconi, tutti. Io non vado in Russia da cinque o sei anni, se qui c’è qualcuno che preferisce la polemica, questo non sono io. Noi vogliamo portare parole di pace e aiuto. Abbiamo incontrato il Nunzio apostolico, stiamo lavorando per mandare aiuti dall'Italia come medicine, vestiti, cibo, pace e mi dispiace che c'è qualcuno che preferisce la polemica”.

IL DIBATTITO SI SPOSTA IN ITALIA

Matteo Salvini ha poi visitato un centro di accoglienza per i profughi vicino al confine. Al termine ha raccontato di aver visto “migliaia di bimbi, mamme e nonni accolti in un enorme capannone riscaldato, in attesa di andare altrove, immagini strazianti che devono smuovere le coscienze di tutti”. Difficile non condividere, c’è però chi ricorda che anche in Eritrea c’è una guerra e anche lì ci sono persone che cercano di fuggire dalla morte. L’eco delle contestazioni a Salvini dalla Polonia è presto arrivata in Italia, e subito la palla viene colta al balzo da Matteo Renzi: “Ho detto a Salvini in tutti i modi che in questa fase serve la politica, non le pagliacciate. Questo sindaco polacco glielo ha spiegato in modo ancora più chiaro. Meglio se Salvini torna a casa prima possibile, meglio per lui dico”. Dal PD Andrea Marcucci ha rincarato la dose con questo tweet: “Salvini è a andato fino in Polonia per farsi dire quello che molti pensano anche in Italia. Il suo rapporto con Putin è imbarazzante per tutti. #ucraina”. A difesa di Matteo Salvini si è schierata la leader di Fratelli d’Itali; parlando della missione leghista al confine tra Polonia e Ucraina, Giorgia Meloni ha detto: ” Penso che chiunque faccia qualcosa, fa bene a fare qualcosa”.


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