Sanremo, il protocollo dell'industria musicale, pasti in camera, interviste in remoto, via la sala stampa, tamponi per tutti

Sanremo, il protocollo dell'industria musicale, pasti in camera, interviste in remoto, via la sala stampa, tamponi per tutti

Sanremo, il protocollo dell'industria musicale, pasti in camera, interviste in remoto, via la sala stampa, tamponi per tutti


29 gennaio 2021, ore 15:00

Il documento per la sicurezza sanitaria degli artisti convolti nel Festival di Sanremo, è stato suggerito e sottoscritto dalle associazioni di categoria dell'industria discografica Afi, Fimi e Pmi

Non si è ancora capito, in mezzo a mille polemiche, se il Festival della Canzone Italiana, cioè quello di Sanremo, si farà. Non abbiamo le quote dei bookmakers di Londra, ma, a naso, la bilancia pende ancora per il sì. Questa mattina, dopo la giornata campale di ieri, tra tweet, veti incrociati, minacce di dimissioni è arrivato il documento sulla sicurezza delle associazioni di categoria dell’industria discografica, giusto per ricordare a tutti che il Festival è fatto da canzoni e i brani vengono eseguiti dai cantanti.

Cosa prevede il protocollo

Obbligo di tampone molecolare 72 ore prima della partenza per il festival, tamponi rapidi quotidiani organizzati dalla Rai durante la permanenza a Sanremo, pasti in camera, interviste e conferenze stampa solo da remoto. Poi: sanificazione camerini e auto per gli spostamenti da e per il Teatro Ariston (ad ogni artista sempre lo stesso driver), cancellazione della sala stampa e creazione di una room online anche per votazioni. Sono questi principali punti contenuti nel protocollo per la sicurezza sanitaria degli artisti coinvolti nel Festival di Sanremo, suggerito e sottoscritto dalle associazioni di categoria dell'industria discografica Afi, Fimi e Pmi. Il Codice di comportamento per gli artisti a Sanremo 2021, questo il titolo dato al documento, "sarà - sottolineano le associazioni - aggiornato e integrato con le disposizioni del Cts e di Rai". Queste verranno rese note la prossima settimana sempre che non accada nulla nel weekend.

Le voci di dimissioni di Amadeus

Ieri sono circolate voci di dimissioni di Amadeus, direttore artistico del Festival dopo le dichiarazioni del ministro Franceschini. Che cosa aveva detto? Aveva ricordato che il Teatro Ariston di Sanremo, luogo nel quale si svolge la kermesse canora, è pur sempre un teatro ed il pubblico, pagante o fatto di figuranti, potrà tornare a mettere piede in quella struttura quando le norme lo consentiranno. In pratica quando riapriranno anche gli altri teatri e cinema. La posizione di Amadeus è agli antipodi. Quello è sì un teatro, ma viene trasformato in studio televisivo e quindi perde ogni prerogativa iniziale. Poi, dice il direttore artistico, Sanremo senza pubblico non si può fare. Come si esce dall’ impasse, visto che la manifestazione è in programma dal 2 al 6 marzo, quindi tra un mese?

Le due posizioni agli antipodi

Difficile conciliare due posizioni del genere. Se nessuno dei due contendenti si ammorbidisce, salterebbe il banco e sarebbe un disastro per la Rai. Proprio per questo i vertici del tv pubblica faranno di tutto per mantenere le date iniziali e non far saltare, o slittare in avanti, un bel niente. Ballano milioni di euro in contratti pubblicitari e milioni di persone che Auditel certificherà attaccate al teleschermo a vedere lo spettacolo. Si è parlato poi del problema degli eventuali assembramenti a Sanremo davanti all’Ariston e agli alberghi. Qui la soluzione non è complicata: si transennano vie e piazze e si “blindano” le zone rosse della città per una settimana. Entra solo chi è autorizzato. Sulla vicenda pubblico, invece, è difficile, come dice il ministro Franceschini, pensare all’Ariston oggi come un teatro. Sono state tolte 18 file di sedie, è stata chiusa la galleria ed il pubblico sarebbe ultra distanziato. Se la vicenda, invece, è diventata “politica” - cioè considerare l’Ariston un teatro o un cinema chiuso per il covid come tutti i cinema e teatri d’Italia - quella è tutta un’altra questione.


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