Scoperta l'acqua sulla Luna ed è più accessibile del previsto

Scoperta l'acqua sulla Luna ed è più accessibile del previsto

Scoperta l'acqua sulla Luna ed è più accessibile del previsto


26 ottobre 2020, ore 17:00 , agg. alle 21:33

Secondo studio pubblicato su Nature, la scoperta si rivela utile per missioni future

Dopo anni di indizi e ipotesi, ora e' ufficiale: l'acqua sulla Luna esiste davvero. La sua presenza e' stata rilevata per la prima volta in maniera inequivocabile nel grande cratere Clavius, situato nella parte sud-occidentale della faccia visibile della Luna, grazie alle osservazioni del telescopio 'volante' Sofia, montato a bordo di uno speciale Boeing 747. La scoperta, pubblicata su Nature Astronomy e annunciata in un'attesa conferenza stampa dalla Nasa, lascia supporre che l'oro blu sia piu' diffuso del previsto sulla superficie lunare, dunque non solo nelle zone piu' oscure e fredde, ma anche in quelle illuminate. E' ancora presto per dire se gli astronauti potranno usare l'acqua lunare per dissetarsi o fare rifornimento sulla rotta per Marte, ma di sicuro questo ritrovamento da' un'importante spinta alla futura missione Artemis, che intende portare il prossimo uomo e la prima donna sulla Luna entro il 2024. Lo ha sottolineato lo stesso capo della Nasa Jim Bridenstine, con un tweet ripreso anche da Riccardo Fraccaro, Sottosegretario alla Presidenza con delega allo spazio, che ha commentato: "La scoperta della presenza di acqua sulla superficie illuminata della Luna da parte della Nasa e' di grande rilevanza per la missione Artemis. La possibilita' di estrarla e utilizzarla sarebbe un volano prezioso per il programma di esplorazione: l'Italia e' fiera di farne parte". Si discute da anni della possibile presenza di acqua sulla superficie lunare, ma "gli strumenti usati finora per le rilevazioni non avevano permesso di distinguere la molecola d'acqua H2O dall'idrossile (OH) legato ai minerali", spiega Enrico Flamini, presidente della Scuola Internazionale di Ricerche per le Scienze Planetarie (IRSPS) presso l'Universita' di Chieti-Pescara. Il telescopio Sofia ha risolto la questione osservando la Luna nell'infrarosso, a una lunghezza d'onda di 6 micrometri, a cui l'acqua non puo' piu' essere confusa con altro. Le analisi indicano che a latitudini piu' meridionali l'acqua e' presente in concentrazioni pari a 100-400 parti per milione, l'equivalente di una bottiglietta da 33 centilitri intrappolata in un metro cubo di suolo. "Si tratta di una quantita' almeno dieci volte superiore a quanto misurato finora, ma comunque sempre piccola", ricorda Flamini. Il deserto del Sahara, per fare un paragone, ha una quantita' d'acqua che e' 100 volte superiore. Tanti gli interrogativi ancora aperti. Innanzitutto l'origine dell'acqua lunare, che potrebbe essere portata da una pioggia di micrometeoriti oppure potrebbe formarsi per effetto delle particelle cariche provenienti dal Sole. Resta poi da capire dove si nasconda nel suolo: una prima risposta viene da uno studio pubblicato su Nature Astronomy dall'Universita' del Colorado a Boulder, secondo cui ci sarebbero oltre 40.000 chilometri quadrati di superficie lunare in grado di conservare acqua sotto forma di ghiaccio in piccole zone ombreggiate definite come 'trappole fredde'. 

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