Spazio, individuato il buco nero più grande di sempre: inghiotte una Terra al secondo

Spazio, individuato il buco nero più grande di sempre: inghiotte una Terra al secondo

Spazio, individuato il buco nero più grande di sempre: inghiotte una Terra al secondo


17 giugno 2022, ore 14:00

Ha una massa 3 miliardi di volte più grande rispetto a quella del Sole, inghiotte tutto quello che lo circonda e non accenna a fermarsi.

Se all’ultimo pranzo di Natale avete pensato che nulla potesse essere più vorace di vostro cugino, in grado di arrivare incolume al termine della battaglia culinaria senza batter ciglio nemmeno di fronte alla tanto vituperata insalata russa, state per ricredervi. Arriva dall’Australia, infatti, un’incredibile scoperta che riguarda il mondo dello Spazio: un gruppo di scienziati è riuscito a individuare un buco nero di dimensioni mai osservate prima, in grado di inghiottire masse a una velocità mai studiata prima.

Il buco nero più vorace mai visto

A stupire gli scienziati del gruppo guidato dall’Università Nazionale Australiana (che hanno condotto la ricerca nell’ambito dell’indagine SkyMapper), è in primis la massa di questo gigantesco buco nero: circa 3 miliardi di volte più grande rispetto a quella del nostro Sole e 500 volte quella del buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea, Sagittarius A*. Il “problema” dei buchi neri tuttavia è che, rispetto ad altri corpi celesti come stelle e pianeti, tende ad aumentare le proprie dimensioni; questo in particolare, nonostante sia già gigantesco, non accenna a fermarsi. Il fenomeno osservato continua a divorare tutto ciò che lo circonda classificandosi come il più vorace mai rilevato: ogni secondo inghiotte una massa equivalente a quella della Terra!

La scoperta, nonostante sia corredata da evidenze molto chiare, è ancora in fase di revisione da parte della comunità scientifica, per questo è stata pubblicata sulla piattaforma online arXiv.

L’origine

Il modo in cui si sia originato questo gigantesco buco nero è ancora oggetto di studio, ma gli scienziati hanno provato a elaborar delle teorie: "Ora vogliamo scoprire cosa lo rende diverso dagli altri", dice Christopher Onken, alla guida del gruppo di ricerca: "forse due grandi galassie si sono scontrate, incanalando tantissimo materiale nel buco nero per alimentarlo". Insomma, accesa la miccia, adesso è difficile domare l’incendio. Il rapido accumulo di materia sulla superficie di questo oggetto ha anche portato alla formazione di un luminosissimo quasar (“oggetto extragalattico di aspetto stellare, estremamente lontano e luminoso, inizialmente attribuito a sorgenti radio intense che avevano nel visibile un aspetto stellare”, così lo definisce l’Enciclopedia Treccani) che produce abbastanza energia da essere 7.000 volte più luminoso di tutte le stelle della Via Lattea.

Il quasar è solo leggermente più fioco di Plutone: per rendere l’idea dell’incredibile quantità di luce emessa e delle dimensioni gargantuesche, basti pensare che è possibile individuarlo anche per noi qui sulla Terra con un buon telescopio; è sufficiente effettuare l’osservazione in una zona con poco inquinamento luminoso.

"Gli astronomi sono alla ricerca di oggetti come questo da più di 50 anni", aggiunge Onken. "Ne hanno trovati migliaia di più deboli, ma questo così luminoso e passato sorprendentemente inosservato". Gli autori dello studio ritengono che sia molto improbabile la scoperta di un altro buco nero dalla crescita così rapida o che alimenti un quasar così potente: "Abbiamo sostanzialmente esaurito il cielo dove oggetti come questo potrebbero nascondersi", commenta Christian Wolf, uno dei ricercatori che ha partecipato alla scoperta, "siamo abbastanza fiduciosi che questo record non verrà battuto".


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