Strage di alpinisti, tra loro diversi italiani. Tentavano la scalata dell'Himalaya

Strage di alpinisti, tra loro diversi italiani. Tentavano la scalata dell'Himalaya

Strage di alpinisti, tra loro diversi italiani. Tentavano la scalata dell'Himalaya


04 novembre 2025, ore 16:00

Condizioni meteo proibitive, valanghe e tempeste di neve. Queste le cause degli incidenti che hanno provocato la strage degli alpinisti. I soccorsi stanno tentando il recupero.

Una strage di alpinisti. È lo scenario che si sta delineando in queste ore sul massiccio dell’Himalaya, in Nepal, dove le condizioni meteo hanno provocato diverse valanghe, che ora rendono difficili i soccorsi. 5 alpinisti italiani tra le vittime su una delle montagne più alte del mondo, dove 2 incidenti separati hanno falciato la vita dei nostri connazionali. Il primo venerdì scorso, quando si sono interrotte le comunicazioni con i campi base. Si tratta di due spedizioni differenti, non c’era alcun contatto tra di loro, ma la tragedia è la stessa.

LE VITTIME DEL PRIMO INCIDENTE

Questa mattina, la Farnesina ha confermato la morte di Alessandro Caputo il più giovane della spedizione, maestro di sci a Saint Moritz e di Stefano Farronato, biologo, tecnico forestale, dedito all’esplorazione estrema. Entrambi alpinisti esperti, la vita per esperienza alle altitudini più proibitive. Li hanno trovati nei sacchi a pelo, dentro le loro tende, sotto tre metri di neve. Tentavano la scalata della vetta del Panbari, quasi 7 mila metri di altitudine. Loro erano al campo 1, a quasi 6 mila. I due erano rimasti in contatto radio col capo spedizione Valter Perlino, rimasto al campo base per un problema al piede, fino a domenica poi si sono perse le tracce. "Il loro decesso è stato confermato questa mattina dalle autorità locali", scrive la Farnesina in una nota. Da venerdì 31 ottobre si erano persi i contatti, mentre erano impegnati nella scalata del picco Panbari" scrive ancora il ministero degli Esteri. "I connazionali erano stati sorpresi da forti nevicate al Campo 1 (5.000 m). Altri connazionali risultano dispersi e le ricerche sono in corso" continua la nota.

IL SECONDO INCIDENTE

Un’altra valanga si è abbattuta, poi, nel Nepal centrale, provocando almeno 7 morti, tra cui 3 italiani. Il gruppo era formato da 12 persone e si trovava al campo base del picco Yalung Ri, a 5.630 metri. Della spedizione facevano parte Paolo Cocco, fotografo ed ex vicesindaco di un paese del Chietino, e Marco Di Marcello, biologo 37enne di Teramo. Del primo è stato ritrovato il corpo dai soccorsi pochi istanti fa, mentre scriviamo. Mentre di Di Marcello, la famiglia ha segnalato una traccia satellitare attiva. Una flebile speranza accesa sulle vette himalayane.


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