Strage di Capaci, Maria Falcone, la minaccia della mafia resta

Strage di Capaci, Maria Falcone, la minaccia della mafia resta

Strage di Capaci, Maria Falcone, la minaccia della mafia resta


22 maggio 2018, ore 11:57 , agg. alle 11:49

La sorella del magistrato scomparso nel 1992 ospite su RTL 102.5 in Non Stop News

Alla vigilia dell'anniversario dalla strage di Capaci, in cui, nel 1992, morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e i tre uomini della scorta, Maria Falcone , la sorella del giudice che creò la Direzione investigativa Antimafia, è stata ospite di Non Stop News.
Maria Falcone ha sottolineato quanto sia importante il valore della memoria della lotta contro la mafia, portata avanti da Giovanni Falcone, soprattutto per i più giovani: "Io ho cercato di portare tra i ragazzi la memoria di Giovanni non solo come giudice antimafia"- detto Maria Falcone- "ma anche come uomo che ha creduto nei valori dello Stato democratico. In questi anni, ho fatto rivivere ai ragazzi le emozioni della sua lotta contro la mafia, le sue battaglie, le sue vittorie, le sue sconfitte. Per cui, Giovanni, tra i giovani è diventato un personaggio ancora vivo, portatore di valori. Ecco perché il 23 maggio è importante"- sottolinea Maria Falcone, che spiega: "Quando si parla di questa giornata, soltanto come di una manifestazione della memoria, si dimentica che questa giornata è molto altro. Il 23 maggio è l'unione di tutti i giovani italiani che arrivano da tutte le scuole d'Italia a Palermo, con la Nave della Legalità, con i giovani siciliani. Tutti insieme poi ricordano la strage di Capaci e ripercorrono tutto quello che hanno fatto durante l'anno scolastico.

E' un momento in cui questi giovani, tutti insieme, poi, diventano cittadini". Poi Maria Falcone ha spiegato che: "In questi anni la politica italiana ha mostrato inizialmente maggiore interesse alla lotta alla mafia. Dobbiamo dire che, per noi italiani, le stragi di mafia del 1992 sono state quello che, per gli americani, sono state le Torri Gemelle. Quindi, inizialmente, per interesse comune bisognava fare una lotta forte contro la mafia; poi si è arrivati alla conclusione che i mafiosi erano in carcere, il pericolo era scongiurato e, quasi quasi, non si è più parlato di lotta alla mafia. Non ci si è resi conto che la mafia è soltanto diventata meno evidente. E' sembrata meno pericolosa ma non lo è. Ma, quando ci accorgeremo che questa mafia, come diceva Giovanni, fa i suoi affari in silenzio, sarà ancora più complicato rimetterla a posto", conclude Maria Falcone.