The holdovers è una gioia per gli occhi, Paul Giamatti regala una prestazione da Oscar

The holdovers è una gioia per gli occhi, Paul Giamatti regala una prestazione da Oscar

The holdovers è una gioia per gli occhi, Paul Giamatti regala una prestazione da Oscar


22 gennaio 2024, ore 17:00 , agg. alle 18:24

Il film di Alexander Payne racconta le vacanze di Natale di una 'famiglia' improvvisata in una scuola del New England

Non è un caso se il sottotitolo del film The holdovers è 'Lezioni di vita'. I tre protagonisti ci insegnano davvero molte cose: la correttezza necessaria nei rapporti umani, l'elaborazione del lutto, la lotta alla depressione, il bene che salva e trionfa seppur nel bel mezzo delle miserie umane.  

La trama

Paul è un'insegnante di civiltà antiche. Lavora in un liceo del New England, lo stesso che ha frequentato da ragazzo. Per colpa dell'ipocrisia di un collega, nonostante non sia il suo turno, si ritrova a dover fare da custode alla scuola durante le vacanze di Natale e a dover badare ai pochissimi studenti che, per i motivi più diversi, non raggiungono le loro famiglie per le feste. Con lui a scuola resta anche Mary, la capocuoca del liceo, che ha appena perso un figlio in Vietnam. E poi c'è Angus Tully, il ragazzo apparentemente forte e sicuro, ma che, in realtà, nasconde più di una fragilità. Sarà un Natale davvero speciale. 

La recensione

The holdovers è una vera sorpresa, una gioia per gli occhi. Pensando alle prossime nomination agli Oscar, ne meriterebbe diverse. Sicuramente miglior film, regia, sceneggiatura, fotografia e, soprattutto, miglior attore protagonista a Paul Giamatti. E' proprio la prestazione di Giamatti a rendere il film una perla rara. L'attore, che aveva già lavorato con Alexander Payne nell'ottimo Sideways, offre due ore di recitazione memorabili. Ho amato davvero tanto Cillian Murphy nel capolavoro Oppenheimer, ma Giamatti merita di salire sul palco del Dolby Theatre. L'insegnante Paul è burbero, solo, incline all'alcol, severissimo, ma dentro nasconde un animo gentile, una profonda sofferenza e un grande segreto. Saranno proprio queste caratteristiche a consentirgli di instaurare un rapporto speciale con lo studente Angus Tally, rapporto che riuscirà con pazienza a superare ogni diffidenza. I due e la capocuoca Mary festeggeranno il Natale insieme, dando vita a una famiglia sgangherata e del tutto improvvisata, ma che saprà passare sopra ai difetti di ciascuno. Sono loro gli holdovers, quelli che rimangono. Girato con pellicola 35 mm e ambientato nel 1970, il film di Payne si svolge in un liceo del New England, la terra delle grandi università americane, dove si respira cultura a ogni angolo. Gli esterni girati sapientemente nel campus e in una Boston innevati, conferiscono nobiltà a una pellicola già di per sè affascinante. Degni di nota i dialoghi tra i protagonisti, densi di senso. La mente corre a L'attimo fuggente, film cult del 1989 di Peter Weir con il compianto Robin Williams. Tante le assonanze. Una su tutte: la visione dell'insegnamento come di una missione per far crescere uomini forti, indipendenti e che non neghino le proprie emozioni. Quanto di più lontano ci sia dal nozionismo che spesso pervade ore e ore di lezione nelle scuole di tutto il mondo. 


Argomenti

  • Alexander Payne
  • Paul Giamatti
  • recensione
  • The oldovers
  • trama