Trentino, svolta nelle indagini sull'omicidio di Agitu Gudeta, un ghanese di 32 anni ha confessato il delitto

Trentino, svolta nelle indagini sull'omicidio di Agitu Gudeta, un ghanese di 32 anni ha confessato il delitto

Trentino, svolta nelle indagini sull'omicidio di Agitu Gudeta, un ghanese di 32 anni ha confessato il delitto


30 dicembre 2020, ore 13:04 , agg. alle 16:32

L'imprenditrice etiope, diventata simbolo dell'integrazione, sarebbe stata uccisa per uno stipendio non corrisposto. L'assassino era infatti un suo dipendente ed era stato recentemente richiamato a lavorare. La vittima , agonizzante, ha subito anche una violenza sessuale. Il delitto ha suscitato grande commozione in Trentino

La svolta nelle indagini è arrivata nella notte al termine di un lungo interrogatorio. Adams Suleimani, ha confessato l’omicidio di Agitu Gudeta, l’imprenditrice agricola etiope di 42 anni, simbolo dell’integrazione,  trovata morta nel maso in cui viveva e lavorava a Frassilongo, nella Valle dei Mocheni , in Trentino. L’uomo, di 32 anni originario del Ghana, ha raccontato la sua verità, i dettagli su un delitto efferato maturato al culmine di un violento litigio. Secondo quanto dichiarato ai carabinieri guidati dal comandante provinciale, Michele Capurso, il movente è economico. Suleimani era infatti un dipendente della azienda agricola “ la Capra Felice” della donna, si occupava di far pascolare gli animali, viveva nell’abitazione del primo piano ed era stato richiamato circa due mesi fa. Uno stipendio non corrisposto avrebbe scatenato un violento litigio tra i due e poi la furia omicida. Agitu sarebbe stata aggredita con un martello trovato dietro a un termosifone. Quattro o cinque colpi al capo che avrebbero lasciato la donna agonizzante sul pavimento. Poi l’atroce violenza sessuale sulla vittima in fin di vita. Il ghanese ha raccontato ai militari di essersi reso conto della morte dell’imprenditrice solo mentre usciva dalla stanza. A quel punto avrebbe portato con sé il martello e lo avrebbe lasciato in cantina, dove poi è stato ritrovato dagli inquirenti, e si sarebbe cambiato la giacca sporca di sangue. I carabinieri lo hanno rintracciato in una stalla dell’azienda in cui lavorava e lo hanno subito portato in caserma dove poi è avvenuta la confessione al termine dell’interrogatorio. Adams Suleimani si trova ora nel carcere di Spini di Gardolo a Trento.

la prima pista degli investigatori

Le indagini in un primo momento avevano preso una via differente. Due anni fa Agitu Gudeta aveva infatti denunciato un pastore della zona per minacce a sfondo razziale e aggressione: “Mi insultano, mi chiamano brutta negra, dicono che me ne devo andare e che questo non è il mio posto” aveva dichiarato. Nel gennaio scorso il responsabile era stato condannato a 9 mesi di reclusione ma non era stata contestato lo stalking. Proprio su quest’uomo si erano concentrate le attenzioni degli investigatori. Il pastore, portato in caserma a Borgo Valsugana, ha potuto però dimostrare la sua estraneità. “È una tragedia. Non c’è giustificazione per quanto accaduto e lo dico nonostante la mia esperienza personale” ha fatto sapere tramite il suo avvocato.

Trentino sconvolto per il delitto

Il delitto ha suscitato grande emozione in Trentino. Agitu Gudeta era molta conosciuta, non solo per il suo progetto ambientale, l’azienda che aveva riscoperto e valorizzato la capra mochena, ma anche perché era diventata un simbolo dell’integrazione. Nata ad Addis Abeba il primo gennaio del 1978, era arrivata a Trento per ultimare i suoi studi. Si era laureata in sociologia con una tesi sull’economia rurale nei Paesi in via di sviluppo. Poi era rientrata in Etiopia ma il suo impegno contro le multinazionali per il furto di terre ai pastori locali, l’avevano esposta a minacce. Con lo status di rifugiata era rientrata in Italia, la sua seconda patria. Recentemente aveva anche aperto anche una piccola bottega per la vendita dei prodotti della sua azienda. “Questo omicidio ha sconvolto il Trentino: se le indiscrezioni fossero confermate, saremmo di fronte alla pazzia umana che può arrivare a commettere simili gesti atroci. Come Giunta provinciale esprimiamo il grande rammarico sul fatto che nel nostro territorio possa essere avvenuto un fatto così efferato”. Questo è il commento del presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti.


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