Ugo Salerno a RTL 102.5: “Lavorare in modo serio, veloce ed efficiente dovrebbe essere la normalità”

Ugo Salerno a RTL 102.5: “Lavorare in modo serio, veloce ed efficiente dovrebbe essere la normalità”

Ugo Salerno a RTL 102.5: “Lavorare in modo serio, veloce ed efficiente dovrebbe essere la normalità”


03 agosto 2020, ore 14:00

L’ad di RINA, la società che ha gestito la ricostruzione del nuovo ponte di Genova, ha raccontato i mesi di intenso lavoro proseguito anche durante il lockdown

E’ attesa per oggi alle 18.30 l’inaugurazione del nuovo ponte San Giorgio a Genova. Alla cerimonia prenderanno parte le più alte cariche dello Stato e sarà proprio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella il primo che, con l’auto, transiterà sul ponte. La ricostruzione del ponte è stata affidata alla società RINA, che ne ha coordinato tutti i lavori come ci ha raccontato l’ad Ugo Salerno.

“Abbiamo lavorato nel rispetto di tutti coloro che hanno perso la vita in questo tragico incidente” 

A chi si definisce stupito davanti ad un’infrastruttura costruita nel pieno rispetto dei tempi e delle procedure, l’ad della società incaricata della ricostruzione, Ugo Salerno, ha replicato così: “E’ stata una grande esperienza, piena di emozione che deriva dal grandissimo dolore che ha causato il crollo del Ponte Morandi – avvenuta il 14 agosto 2018 – e la perdita di tutte quelle persone che si trovavano lì in quel momento. C’è stata una spinta in più nel fare al meglio il nostro dovere, nel lavorare anche nel rispetto della memoria di coloro che hanno perso la vita e poi la voglia di dare un importante segnale di ripresa alla splendida città di Genova”. Inevitabile parlare di emergenza di fronte agli strascichi che una tragedia come quella del ponte Morandi porta con sé, ma Salerno ci tiene a fare alcune precisazioni: “Non è un’emergenza questa fase della ricostruzione, perché abbiamo lavorato in modo razionale ed efficace e senza la necessità di nascondersi dietro l’urgenza di dover imbrogliare le regole. Il lavoro è stato seguito da una regia che ha curato tutte le operazioni, a cominciare dalle demolizioni e a seguire le costruzioni. Abbiamo iniziato a ricostruire prima del completamento della demolizione dei resti del ponte Morandi – ha proseguito Salerno, spiegando che chi tutt’ora parla di emergenza non ha una visione obbiettiva della situazione - Abbiamo avuto una risposta veloce dal sistema burocratico e questo ci ha consentito di lavorare con serietà e di completare un’opera in tempi rapidi”. Come più volte ribadito dall’ad di RINA, non si è trattato della semplice costruzione di un’infrastruttura, ma di un lavoro più complesso data anche la presenza nei pressi di una fabbrica, quattro assi viari, due assi ferroviari, le abitazioni, la presenza di l’amianto ed infine, il covid19. “Tutto questo è stato possibile anche grazie al coordinamento e all’attenzione del commissario che ci ha seguito e supportato costantemente” ha ricordato Salerno


“L’impegno e la disciplina dei lavorati ha permesso di proseguire anche in pieno lockdown”

Neanche l’emergenza sanitaria per coronavirus è riuscita a creare intoppi ai lavori di costruzione del nuovo ponte di Genova: “In lockdown non abbiamo saltato un’ora di lavoro: non c’è stata solo la capacità della regia, ma anche il lavoro e la generosità di oltre mille persone che hanno continuato a lavorare con impegno straordinario e grandissima disciplina – ha sottolineato l’ad Ugo Salerno, elogiando la professionalità di tutte le persone coinvolte - Abbiamo avuto anche il caso di una persona contagiata, ma aver avuto la possibilità di tracciare tutti i suoi contatti ci ha permesso di non avere ulteriori contagi e non perdere tempo. E’ stato bello lavorare in piena armonia tra le varie aziende e tutti i lavoratori che con entusiasmo e impegno hanno prestato la loro opera. Una sintonia che deriva sia dal grande rispetto verso quanto accaduto che dalla voglia di dimostrare che qualcosa che appare come miracoloso è solo il risultato di un lavoro fatto da professionisti” ha concluso Salerno, spiegando che in Italia regna ancora stupore e incredulità davanti alle opere che si compiono in modo lineare: “Quando ci si coinvolge in un obbiettivo alto e importante e c’è il supporto anche dell’amministrazione si riescono a fare cose che in Italia sembrano miracoli, ma dovrebbe essere la regola”. ​


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