Un anno fa la tragedia della funivia al Mottarone, morirono 14 persone, emerse gravi falle nella manutenzione

Un anno fa la tragedia della funivia al Mottarone, morirono 14 persone, emerse gravi falle nella manutenzione

Un anno fa la tragedia della funivia al Mottarone, morirono 14 persone, emerse gravi falle nella manutenzione


23 maggio 2022, ore 11:20

Il 23 maggio 2021 la funivia del Mottarone si schiantò al suolo, morirono 14 persone; sopravvisse solo il piccolo Eitan, finito al centro di un contenzione internazionale; l'inchiesta ha evidenziato gravi falle nella sicurezza e nella manutenzione dell'impianto

L'INCIDENTE

Il 23 maggio di un anno fa il sole splendeva sul Mottarone e sul Lago Maggiore. Contesto suggestivo e clima ideale per una gita domenicale, per lasciarsi definitivamente alle spalle le limitazioni del lockdown. Intorno alle 12.30 la cabinovia numero 3 stava per approdare alla stazione di monte. All’improvviso un sussulto, poi la funivia – fuori controllo- ha iniziato a correre all’indietro; all’altezza del primo pilone si è schiantata al suolo. Morirono 14 persone, quasi tutte sul colpo, qualcuno ha invece vissuto qualche minuto di agonia.

LA STORIA DI EITAN

L’unico sopravvissuto, Eitan Biran. aveva 5 anni nel giorno della tragedia, era il figlio maggiore di una giovane coppia israeliana, che viveva da anni a Pavia. Salvato dal padre, che col suo corpo lo ha protetto nella caduta, il piccolo Eitan è poi stato al centro di un contenzioso internazionale, dopo essere stato rapito dal nonno materno lo scorso settembre e portato segretamente in Israele, prima che un giudice israeliano stabilisse l’affido presso i nonni che vivono in Italia. A dicembre scorso è tornato definitivamente a Pavia.

L'INCHIESTA

Poche ore dopo la tragedia era già chiara la causa principale: la rottura del cavo trainante, che si spezzò di netto. L'inchiesta ha evidenziato pesanti carenze sul fronte della manutenzione. Ma, secondo la Procura, ad aggravare la situazione ci fu la decisione dei gestori di aver volontariamente inserito alcuni forchettoni per bloccare il freno sulla cabina ed evitare così che il sistema di emergenza bloccasse la funivia. Subito dopo l’incidente furono arrestati il gestore dell’impianto Luigi Nerini, il direttore di esercizio Enrico Perocchio e il caposervizio Gabriele Tadini. Vennero però quasi subito scarcerati dal momento che il giudice per le indagini preliminari non accolse la tesi accusatoria della procura. Dopo un cambio del gip, gli indagati sono finiti prima ai domiciliari e poi nuovamente liberati.

IL DOLORE E LA RABBIA

Oggi, a un anno dalla tragedia, il comune di Stresa ha posto una stele con i nomi delle 14 vittime. E’ stata poi celebrata una messa di suffragio nella vicina chiesa della Madonna della neve, poco sopra al piazzale della funivia. Il comune di Stresa ha invitato i parenti delle vittime ma non tutti hanno deciso di partecipare. Per tutti la ferita è ancora aperta: ci sono il dolore per la perdita, ma anche la rabbia per aver subito una ingiustizia. Teresa Personini ha visto morire la figlia Elisabetta e il nipotino Mattia e ora va all’attacco: “E' passato un anno, ma nessuno si è fatto sentire. Ci hanno tutti abbandonato, non ci hanno fatto neanche le condoglianze. E' peggio del ponte Morandi. Vogliamo conoscere la verità e che giustizia sia fatta in fretta”.


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