Usa, in attesa del boia chiede la cittadinanza italiana

Usa, in attesa del boia chiede la cittadinanza italiana

Usa, in attesa del boia chiede la cittadinanza italiana


19 ottobre 2018, ore 17:57

L'uomo, Henry Sireci, nel braccio della morte da 40 anni, si è sempre dichiarato innocente

Un italo-americano da oltre 40 anni nel braccio della morte in Florida chiede la cittadinanza italiana. E' l'ultima speranza per Henry Sireci, condannato nel 1976 per l'assassino di Howard Poteet, un venditore di auto usate, delitto che lui ha sempre negato di aver commesso. I nonni paterni di Sireci sono nati entrambi a Caccamo, un piccolo comune alle porte di Palermo. Il nonno e' diventato cittadino americano dopo la nascita del padre di Henry. Esiste dunque una linea continua di cittadinanza, secondo gli avvocati del condannato, che hanno fatto partire la richiesta chiedendo anche l'assistenza consolare "per impedire l'esecuzione di un innocente". Il caso di Henry e' sostenuto negli Stati Uniti da Reprieve, una ong che si batte contro la pena di morte. Il comune siciliano di origine ha fatto sponda: "E' un concittadino", ha detto il sindaco Nicasio di Cola dicendosi pronto a far pressioni sulla Farnesina nei giorni in cui l'Italia e' impegnata all'Onu sulla moratoria per le esecuzioni. Negli Usa due anni fa proprio il caso Sireci divise la Corte Suprema. Il giudice Stephen Breyer, dissentendo dai colleghi che avevano rifiutato il riesame del processo, aveva preso spunto dai 40 anni passati da Henry nel braccio della morte per chiedere un ripensamento generale: "Quando e' stato condannato c'era ancora il muro di Berlino, Saigon era appena caduta nelle mani dei Viet Cong", aveva detto il giudice chiedendo ai colleghi di immaginare cosa significhi vivere per 40 anni sotto la costante minaccia del boia. Il caso Sireci, accusato di aver ucciso Poteet con 55 pugnalate, presenta anomalie: la legge della Florida richiede oggi che una condanna a morte sia presa all'unanimita' ma questo non e' accaduto per Henry che nel 1991, all'ultimo riesame del processo (nel 1976 una prima giuria lo mando' alla sedia elettrica dopo appena 20 minuti con l'unica prova di "un capello probabilmente suo" trovato su un calzino del morto) fu condannato nonostante l'opposizione di uno dei giurati.