Vent'anni fa delitto di Novi Ligure, massacro nella villetta, ragazzino di 12 anni e la madre uccisi da figlia e fidanzatino

Vent'anni fa delitto di Novi Ligure, massacro nella villetta, ragazzino di 12 anni e la madre uccisi da figlia e fidanzatino

Vent'anni fa delitto di Novi Ligure, massacro nella villetta, ragazzino di 12 anni e la madre uccisi da figlia e fidanzatino


21 febbraio 2021, ore 10:00

L'Italia rimase sconvolta, Erika accusò una banda di albanesi

Un delitto che sconvolse l'Italia

Vent'anni fa alla periferia di Novi Ligure (Alessandria) un bambino di 12 anni, Gianluca De Nardo, e la sua mamma Susy furono massacrati a coltellate, 97 in tutto, nella loro villetta. Un delitto impossibile da dimenticare: a uccidere erano stati la sorella e figlia Erika De Nardo e il suo fidanzatino Mauro Favaro detto Omar. Lei aveva 16 anni, lui 17. Si inventarono la rapina di una banda di ladri albanesi, ma la loro tesi fu rapidamente smontata dalle indagini dei carabinieri. L'avvocato alessandrino Vittorio Gatti aveva 31 anni quando arrivò la telefonata: "Omicidio a Novi, devi difendere il ragazzo accusato insieme alla fidanzatina". Difese Omar con il collega Lorenzo Repetti. I due 'fidanzati' furono poi condannati a 16 (lei) e 14 anni dal Tribunale dei minori di Torino, sentenze confermate in appello e in Cassazione. "E' stato sicuramente il delitto più efferato della mia carriera - racconta Gatti - insieme al processo Cogne bis, nel quale difendevo i medici legali dell'avvocato Taormina che erano entrati nella casa, poi assolti. Ma il delitto di Novi è stato un caso professionalmente interessante perchè era il primo in cui gli avvocati avevano la possibilità di fare indagini difensive che avevano un valore giudiziario. Ad esempio potevamo entrare nella villetta sotto sequestro".


L'esperienza degli avvocati

Quando Omar è stato fermato, Gatti e Repetti sono andati alla villetta: "Ci siamo immediatamente fatti un'idea di come erano andate le cose. - ricorda - Abbiamo visto una scena che non ci scorderemo mai". Il marito e padre delle vittime, l'ingegner Francesco De Nardo, che secondo i racconti di Omar doveva essere la terza vittima del massacro, da subito ha deciso di stare vicino alla figlia, di sostenerla. E di rimanere in silenzio. Mai, in vent'anni, una parola da parte sua. Erika e Omar si sono rifatti una vita: lei si è laureata durante la detenzione e si è sposata dopo aver lasciato la Comunità Exodus di don Antonio Mazzi nel 2011, lui è libero dal 2010 e vive in Toscana. A Novi Ligure tutti vogliono dimenticare, ma quando si passa davanti a quelle villette a schiera ci si chiede se sia davvero possibile farlo.

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