Migranti, Giulio Golia a RTL 102.5: “Con la Guardia costiera mi buttai in mare per salvare un bambino, ho visto la disperazione”

Migranti, Giulio Golia a RTL 102.5: “Con la Guardia costiera mi buttai in mare per salvare un bambino, ho visto la disperazione”

Migranti, Giulio Golia a RTL 102.5: “Con la Guardia costiera mi buttai in mare per salvare un bambino, ho visto la disperazione”


Conduttore televisivo e uomo di punta del programma di Italia 1 “Le Iene”, Giulio Golia è stato ospite di RTL 102.5 in ‘Giletti 102.5’ insieme a Massimo Giletti e Luigi Santarelli

Durante l’intervista a RTL 102.5, alla luce del terribile naufragio avvenuto sulle spiagge di Cutro e del Consiglio dei ministri che si è svolto nella giornata di ieri, Giulio Golia ha commentato il dramma dell’immigrazione e la risposta della politica italiana al problema. «La soluzione al problema dell’immigrazione non è certamente quella di cui si sta parlando oggi. Andare a prendere gli scafisti? Possiamo farlo, ma una volta che li abbiamo presi poi cosa facciamo? È vero che queste persone pagano per partire, ma lo fanno per inseguire una vita migliore», afferma. Ai microfoni di RTL 102.5 Golia racconta: «Quattro anni fa con “Le Iene” siamo stati in mezzo al mare per giorni insieme alla Guardia costiera, per un servizio che non è mai andato in onda perché le immagini erano troppo forti. Io, in una situazione disperata, contro tutte le regole e fortemente ripreso dal comandante della nave, mi sono buttato in mare per recuperare un bambino. Ho rischiato io ma soprattutto ho creato un rischio per tutta la squadra. Il gommone stava per affondare, se si fossero buttati tutti in mare sarebbero potuti annegare tutti. Ho visto con i miei occhi la disperazione e come ha operato la Guardia costiera. Il sistema non è abbandonarli. Se riusciamo ad intercettarli, e sappiamo che scappano per problemi reali come la guerra, il lavoro, bande criminali, per quale motivo li abbandoniamo in un altro posto dove sono vittime di un sistema per cui le mafie decidono quando, come e perché metterli su questi barconi?».

Ospite di RTL 102.5, Golia ha raccontato il suo lavoro e la sempre maggiore difficoltà nel ricevere risposte dall’intero apparato politico. «È una forma di giornalismo di strada, fatto di corsa, con una necessaria velocità di pensiero. Hai sempre poco tempo, devi capire come si muoveranno e i tragitti che faranno. Il problema è che ci siamo abituati a determinate cose, anche se oggi sembra che stiamo riprendendo la coscienza della giustizia e del modo di fare le cose giuste, dobbiamo fare un passo indietro e ricordarci da dove si arriva. A volte cerchi solo un confronto o delle risposte semplici, che purtroppo non arrivano. Durante la pandemia, ad esempio, non siamo riusciti ad avere risposte né dal ministro Speranza né da nessun altro. A noi delle Iene non facevano entrare neanche alle conferenze stampa, anche quando riuscivamo ad accreditarci con qualche escamotage».



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