Consiglio europeo, a Bruxelles si va verso un incontro Meloni-Macron. La premier: “Sì crescita, no austerità”

Consiglio europeo, a Bruxelles si va verso un incontro Meloni-Macron. La premier: “Sì crescita, no austerità”

Consiglio europeo, a Bruxelles si va verso un incontro Meloni-Macron. La premier: “Sì crescita, no austerità”


La presidente del Consiglio: “Il tema-immigrazione è diventato centrale, una cosa impensabile fino a qualche mese fa, e viene seguito passo dopo passo dal Consiglio. Questa è un’ottima notizia. E sulla guerra la linea è chiara: appoggio completo a Kiev”

Mentre i pontieri lavorano ad un faccia a faccia con il presidente francese Macron (previsto in serata), il punto della situazione la nostra premier lo ha fatto già al suo arrivo a Bruxelles. E allora, non è prevista una discussione sul tema, caro all’Italia, dei migranti, c’è solo difatti una “breve informativa” della presidenza svedese e della Commissione europea sul progresso nell’attuazione delle conclusioni del summit dello scorso 9 febbraio, ma ugualmente Giorgia Meloni ostenta ottimismo. «Il tema-immigrazione è diventato centrale, una cosa davvero impensabile fino a qualche mese fa, e viene seguito passo passo dal Consiglio. Questa è un’ottima notizia - sostiene però Meloni -, mi aspetto passi in avanti dell’Ue. Posso dire che sono soddisfatta della bozza di conclusioni, che chiede alla Commissione di precedere spedita».


L’energia

Per quanto riguarda l’energia, l’Italia sostiene l’importanza di una risposta con «strumenti e obiettivi comuni»: diversificazione delle fonti, lotta contro la speculazione e le disfunzioni del mercato del gas, riduzione della domanda energetica, accelerazione dello sviluppo e della diffusione delle rinnovabili, rapido riempimento degli impianti di stoccaggio.


Auto e casa

Le posizioni assunte sullo stop alla vendita di auto a benzina e diesel dal 2035 e sulla direttiva sulle case green hanno creato però qualche frizione con Bruxelles. «La tesi che noi continuiamo a sostenere è che, fermi restando gli obiettivi della transizione che condividiamo, non riteniamo che l’Unione debba occuparsi anche di stabilire quali siano le tecnologie con le quali arrivare a quegli obiettivi», ha detto a riguardo Giorgia Meloni che ha poi risposto sul faccia a faccia tra la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e il cancelliere tedesco, Olaf Scholz e sul probabile compromesso spinto dalla Germania per escludere gli efuel dal bando ai motori a combustione previsto per il 2035: «Ci sono delle tecnologie sulle quali l’Italia, e anche l’Europa, sono un’avanguardia, e legarci a tecnologie che sono di fatto ritenute come avanguardia da nazioni esterne all’Unione secondo me è una scelta che non favorisce la competitività del nostro sistema. Mi pare una tesi di buon senso e confidiamo che possa passare anche per quello che riguarda i biocarburanti», ha aggiunto.


Patto di Stabilità

Rispondendo poi a una domanda sul Patto di Stabilità («ci sono spesso visioni differenti» a livello Ue) Giorgia Meloni ha affermato che per l’Italia «sarebbe tragico tornare ai parametri precedenti, la sfida deve essere una governance più attenta alla crescita e non solo alla stabilità. Su questo ci sono passi in avanti ma bisogna ancora lavorare molto. L’Ue dovrebbe imparare dai propri errori del passato e dalla realtà che stiamo affrontando». Secondo Meloni, «oggi a noi e a tutti i Paesi membri sono chiesti importanti investimenti per la transizione ecologica, per la transizione digitale, per le catene di approvvigionamento strategico», per questo motivo «non possiamo pensare che gli investimenti necessari per rendere competitivo il nostro sistema non vengano tenuti in considerazione nella governance».


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