Def, domani il varo del Consiglio dei Ministri, le stime senza le nuove spese in attesa del negoziato con l’Ue

Def, domani il varo del Consiglio dei Ministri, le stime senza le nuove spese in attesa del negoziato con l’Ue

Def, domani il varo del Consiglio dei Ministri, le stime senza le nuove spese in attesa del negoziato con l’Ue Photo Credit: Agenzia Fotogramma


Il governo punterebbe a confermare i numeri della Nadef di un deficit-pil nel 2024 al 4,3% e il debito al 140,1%. Sulle previsioni dei conti pubblici pesa l'aggravante del superbonus, misura chiusa alla luce dell'impatto incontrollato che stava emergendo

Atteso domani al varo il Documento di economia e finanza in versione 'light', l'ultimo nel suo genere visto che dalla prossima edizione verrà sostituito con il Piano fiscale-strutturale di medio termine e dal Rapporto di monitoraggio annuale, come previsto dalla normativa europea.

I rumors

A quanto si apprende, verrebbero confermati i rumors degli ultimi giorni di un documento con le sole stime tendenziali, cioè a politiche invariate e quindi senza l'impatto delle misure che ha in mente il governo. Una scelta di prudenza ma anche di strategia politica per un Paese che per il prossimo anno deve rifinanziare almeno 20 miliardi per rinnovare le misure chiave della Finanziaria, dalla proroga del taglio del cuneo fiscale rafforzato neanche un anno fa, all'accorpamento dei primi due scaglioni Irpef, agli interventi indifferibili.

La ‘procedura’

Il tutto nella consapevolezza dell'apertura in estate dell'iter che porterà ad una procedura Ue per deficit eccessivo nei confronti dell'Italia, della Francia e di una decina di Paesi partner. La necessità di nuove spese da inserire in manovra in autunno e l'attesa della richiesta dell'Ue di un aggiustamento strutturale dello 0,5% sul quale però potrebbero valere le attenuanti delle riforme, spingerebbero verso l'opzione di un Def a 'bocce ferme' nell'attesa di vedere come si evolverà il negoziato per la flessibilità prevista dalle regole del Patto riformato con la nuova Commissione europea da designare dopo le elezioni europee dell'8 e 9 giugno.

Il superbonus

Sulle stime dei conti pubblici pesa l'aggravante del superbonus, misura chiusa in anticipo dal governo il 4 aprile alla luce dell'impatto incontrollato che stava emergendo sul deficit. L'Agenzia delle Entrate dovrebbe fornire al Tesoro le ultime comunicazioni raccolte sugli sconti in fattura e le cessioni dei crediti dei bonus edilizi. Al momento la moneta fiscale ha portato il disavanzo al 7,2% contro il 5,3% previsto in autunno, secondo le ultime stime Istat di inizio marzo ma questa previsione potrebbe salire ulteriormente. Gli ultimi calcoli sull'entità dei bonus arrivano dal sottosegretario all'Economia Federico Freni che ha parlato di oltre 210 miliardi. Per il 2023 il superbonus è stato classificato dall'Eurostat come spesa pagabile e quindi contabilizzato sullo stesso anno in cui le spese sono state sostenute, per il 2024 potrebbe invece essere considerato non pagabile e quindi l'onere verrebbe spalmato su più anni. Intanto nel documento di domani il governo punterebbe a confermare le stime della Nadef di un deficit-pil nel 2024 al 4,3% e il debito al 140,1%.


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