Domani è la giornata per l'eliminazione della violenza sulle donne, quello che non vogliamo più sentire dire

Domani è la giornata per l'eliminazione della violenza sulle donne, quello che non vogliamo più sentire dire

Domani è la giornata per l'eliminazione della violenza sulle donne, quello che non vogliamo più sentire dire


24 novembre 2020, ore 18:00

Non vogliamo più sentire quelli che dicono “se l’è andata a cercare perché era vestita in modo equivoco”. E’ una delle affermazioni più gravi. Purtroppo, qualche anno fa, ci si sono messi anche dei giudici.

Non vogliamo più sentire quelli che dicono “ma la violenza la esercitano anche le donne sugli uomini”. E’ un’affermazione non concepibile. Non deve essere nemmeno spiegata. Senza se e senza ma. Se qualcuno chiede delucidazioni, girate la faccia dall’altra parte e proseguite il vostro cammino. Chi pronuncia una frase del genere non merita le vostre parole. Non vogliamo più sentire quelli che dicono “se l’è andata a cercare perché era vestita in modo equivoco”. E’ una delle affermazioni più gravi. Purtroppo, qualche anno fa, ci si sono messi anche dei giudici. In un caso di violenza sessuale, nel quale la vittima indossava dei jeans, asserirono che questo indumento non era sfilabile senza la fattiva collaborazione della ragazza violentata dunque la ragazza, testuali parole, “ci stava” ed era consenziente.

I dati dell' Oms sulla violenza contro le donne

La violenza contro le donne è una piaga quotidiana. Chi la pensa in modo diverso ha una visione distorta della realtà. I dati dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità dicono che il 35% delle donne ha subito violenza. Un dato impressionante. Ed il lockdown, in ogni sua forma, ha acuito il problema. Le donne vittima di soprusi, in Italia, si sono rivolte al numero anti-violenza in una percentuale superiore del 25% rispetto ad altri periodi. Il problema vero, però, è un altro. Le donne che non denunciano sono la maggioranza. Ed il 94% per cento delle violenze, secondo i dati dell’ Istat, avviene tra le mura domestiche. Negli ultimi dieci anni i femminicidi hanno costituito un terzo degli omicidi. Questo per rispondere a quelli che dicono “ma ci sono anche le donne che uccidono gli uomini”. Certo che ci sono. Ma lo insegnano alle elementari. Negli insiemi non si possono sommare le mele e le pere. Le mele, i femminicidi, stanno con i femminicidi. E a chi non piace questo termine, che inizi a farselo piacere perché è la punta dell’iceberg. La violenza sulle donne ha tante forme. Non c’è solo l’omicidio.

L'uomo come comun denominatore alla violenza sulle donne

C’è la violenza fisica, quella psicologica e quella economica. L’unico comun denominatore alle tre modalità è l’uomo. Uomo in senso di maschio. Quello che crede che tutto sia dovuto. Tutto sia possibile. Quello che fa del possesso l’unica variabile all’interno di un rapporto di coppia. Quello che “tu fai quello che dico io” e non ci sono altre alternative. Il peggiore esempio di uomo. Quello che fa il “padrone”. C’è un dato che, purtroppo, non cambia. Secondo i dati del ministro dell’ Interno le donne uccise fino al 20 novembre di quest’anno sono 96. Lo scorso anno erano 98. Tutto sommato cifre stabili, direbbe qualche buontempone. Peccato che dietro ad ogni vittima ci sia una famiglia, una storia, ci siano dei figli, dei parenti, della sofferenza, dei non detti, ci siano universi devastati, personalità annientate. Questo se lo ricordano in pochi. Nel lockdown le cifre sono, addirittura, peggiorate. I femminicidi sono triplicati. Una donna uccisa ogni 48 ore. Ecco perché la giornata di domani contro la violenza sulle donne è importante. Solo uno sforzo comune può portare a fare in modo che questi numeri migliorino. Tutti noi possiamo fare qualche cosa. Girarsi dall’altra parte non è più ammesso.


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