Governo, il presidente del Consiglio Mario Draghi a Palazzo Madama incassa una maggioranza di ferro

Governo, il presidente del Consiglio Mario Draghi a Palazzo Madama incassa una maggioranza di ferro

Governo, il presidente del Consiglio Mario Draghi a Palazzo Madama incassa una maggioranza di ferro


No alla fiducia soltanto da Fdi, da qualche dissidente 5S e da Sinistra italiana, oggi in tarda serata il voto anche alla camera dei deputati, dove Draghi sarà alle 9

Come da previsioni, è stata una maggioranza molto ampia quella che ha approvato la fiducia al governo Draghi in aula al Senato: 262 i sì, 40 no, 2 gli astenuti. A parte Fratelli d'Italia, il partito di Giorgia Meloni, e Sinistra italiana, tutti gli altri gruppi hanno votato a favore dell'esecutivo guidato dall'ex numero uno della Bce. Insomma, una maggioranza amplissima, da cui però si sono sfilati alcuni ribelli 5 Stelle: ribelli pentastellati che confermano l’insofferenza dei grillini verso Draghi dal giorno dell'incarico.


Il programma

Di fronte al "virus nemico di tutti l'unità "non è un'opzione ma un dovere". I cinquantacinque minuti del discorso programmatico di Mario Draghi delineano "un governo del Paese, senza aggettivi", nato con "spirito repubblicano" nell'emergenza. Il premier rinnega che il suo esecutivo sia frutto del "fallimento della politica", ringrazia Giuseppe Conte e il presidente Sergio Mattarella, ammette di non essere mai stato così emozionato. Cita Papa Francesco e Camillo Benso di Cavour. Indica, in un intervento ordinato per capitoli, sofferenze e priorità dell'Italia che dovrà uscire dalla pandemia. Toccando alcuni pilastri del suo programma: l'atlantismo e l'europeismo, una politica fiscale espansiva, l'ambiente, i vaccini e la scuola.


Il Pantheon di Draghi e le sue emozioni

Uno lo ha ringraziato: doverosamente, saggiamente. Ma gli altri due li ha elevati a modello, a ispiratori, a precursori, compagni di viaggio, certificatori dei futuri bilanci. E lui, di bilanci, se ne intende. Il primo è Giuseppe Conte. Mario Draghi, al Senato, ne ha lodato il lavoro svolto scatenando l'applauso liberatorio dei nostalgici, e i "buuu" dei liberati. Gli altri due invece sono Camillo Benso Conte di Cavour e Papa Francesco. Strana coppia, soprattutto se formatasi di fronte al banco del governo in quel Palazzo Madama che è uno degli emblemi della Repubblica. Ma nulla di veramente sorprendente se si pensa che l’ex numero uno della Bce Draghi è apparso meno freddo del previsto, quasi alla mano. Governatore di Bankitalia poi numero uno della Bce che di solito non si scompone mai in pubblico, incappa invece in un lapsus che gli costa qualche mugugno in Aula, confermando l'emozione del momento. Nel ricordare i ricoverati in terapia intensiva per Covid, il premier dice che si tratta di 2milioni anziché 2mila, un errore corretto dal leghista Giancarlo Giorgetti che gli siede a fianco. Poi, si vede che l'ex governatore di Bankitalia non conosce ancora il cerimoniale, i tempi e i riti della politica, quando al termine del discorso letto in piedi viene accolto da un lungo applauso e lui, in uno dei più classici fuorionda, chiede: ''Mi dite voi quando posso sedermi?''.


La ‘disperazione’ dei fotografi

I fotografi nelle tribune del Senato hanno vissuto ore di ‘disperazione’, una sfilza di foto monocromatiche – prevale di nuovo il nero degli abiti di ministri e ministre - e tutte uguali: tirano un sospiro di sollievo solo alla fine, quando Draghi lascia il Senato e infilandosi in macchina, di fronte a una piccola folla che lo chiama, fa un cenno di saluto ("Meno male che ci ha salutato perché dentro non ha mosso un muscolo", la battuta del fotoreporter). Eppoi, nonostante la larga maggioranza, poi, in aula l'atmosfera non è particolarmente calorosa, complici anche le mascherine a coprire le espressioni del viso di tutti. E tra i cronisti parlamentari insala stampa non c'è accordo sul numero di applausi che hanno interrotto il discorso di Draghi: c'è chi dice venti, chi trenta, chi parla di interruzioni e non di veri e propri applausi.


Il largo consenso

L'intervento al Senato del Professore convince tutti, dal Pd alla Lega, distribuendo saggiamente proposte e riforme. Al termine dell'intervento il primo a mostrare soddisfazione è Matteo Renzi che ha osservato come Draghi abbia espresso "una visione attraverso un discorso straordinario". Ma poco più in là, nei saloni di palazzo Madama, Matteo Salvini sembra essere sulla stessa lunghezza d'onda: "Ottimo punto di partenza, nel nome dell'efficienza, della trasparenza e del cambiamento. La Lega c'è!". Successivamente per Salvini in tv punge sulla moneta unica: "Quello dell'Euro non è un tema di attualità". Scontate le adesioni di Europeisti e Verdi che non possono che apprezzare i diversi passaggi del discorso sull'ancoraggio europeo dell'esecutivo e delle dinamiche ambientaliste. Asciutto il commento del segretario del Pd Nicola Zingaretti: "Bene il presidente Draghi. Dalle sue parole una conferma: l'Italia è in buone mani. Il Pd farà la sua parte in questa sfida". Più esplicativo il commento a caldo del nuovo ministro per la P.A. Renato Brunetta: "Un ottimo discorso, ossuto, essenziale, come quelli che faceva in Bankitalia e in Bce". Invita alla velocità invece il leader di Cambiamo Giovanni Toti: "Non c'è tempo da perdere". Analoga l'osservazione di Antonio De Poli dell'Udc che invita a "voltare pagina. La velocità è essenziale". Non poteva mancare il plauso di Confindustria che invita a cambiare passo: "Con il nuovo Governo mi auguro che si vada tutti nella stessa direzione e lasciamo perdere le polemiche. Serve passare dalle parole ai fatti", ha sottolineato il presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti. 


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