01 gennaio 2025, ore 11:00
La leader di Fratelli d’Italia dovrà far fronte soprattutto alle riforme: dopo il via libera in Parlamento all'Autonomia differenziata, resta da definire il premierato. Senza considerare che entrambe dovranno probabilmente fare i conti con i referendum
Per spiegare gli intenti del presidente del Consiglio Giorgia Meloni per quest’anno nuovo bisogna tornare al 23 dicembre scorso, esattamente a Roma, all'inaugurazione di piazza Pia per il Giubileo.
Il messaggio
Le parole della presidente del Consiglio suonano come un messaggio: "L'augurio che faccio a tutti noi e alla comunità nazionale per il 2025 - ha dichiarato - è mettere nello zaino solo quello che è davvero utile per andare più veloce e riuscire a vedere quello che è davvero essenziale". Matteo Salvini era lì, al fianco della premier. Quell'invito di Meloni ad andare veloce è stato un modo per ribadire che al netto di clamorose novità non c'è tempo né bisogno di cambiare caselle nel governo. Come dire, no al rimpasto.
Lo stop
E' stato insomma come un nuovo stop all'ipotesi abbozzata e accarezzata dal segretario della Lega che, nelle ore successive all'assoluzione per il caso Open Arms, il 20 dicembre scorso (e anche dopo il via libera alla manovra economica), aveva fatto capire che potrebbe mettere in conto l'idea di tornare a fare il ministro dell'Interno al Viminale. Anche in Forza Italia lo scenario accarezzato da Salvini non ha trovato spazio. "Il ministro Piantedosi sta facendo un lavoro apprezzato da tutti e gestisce il ministero con professionalità e competenza - ha sostenuto il capogruppo azzurro alla Camera Paolo Barelli -, Salvini gestisce un importantissimo Ministero. Buon lavoro ad entrambi nei rispettivi delicati compiti".
Lo ‘zaino’
Di certo Meloni ha "messo nello zaino" ciò che ritiene utile. Per quest’anno dovrà far fronte soprattutto alle riforme: dopo il via libera all'Autonomia resta da definire il premierato. Senza considerare che entrambe dovranno probabilmente fare i conti con i referendum. Intanto la premier alla fine del 2024 ha dato un'accelerata al tema-migranti, con un vertice sui centri fatti costruire in Albania. L'obiettivo è stato: "Ribadire la ferma intenzione di continuare a lavorare" sulle "cosiddette soluzioni innovative al fenomeno migratorio". Insomma, nessuna retromarcia, nessuna frenata. Poi, fra i punti in scaletta la situazione sulla Zes, la Zona economica speciale unica del Mezzogiorno. "Con questo governo il Sud è diventato la locomotiva d'Italia - ha affermato più volte Meloni - E' tornato l'orgoglio al Sud, che non chiede assistenzialismo e sussidi, ma solo di essere messo nelle condizioni di competere ad armi pari". E per questo mese di gennaio, Meloni ha annunciato una "ricognizione dettagliata di tutti gli interventi e investimenti che hanno impatto sul Sud" sulla base delle relazioni che Palazzo Chigi ha chiesto "ad ogni Amministrazione e ai presidenti delle Regioni".
Salvini
Da parte sua il leader della Lega Salvini, al di là delle esternazioni pubbliche di tono diverso, ha più volte colto l'occasione per postare sui social una serie di foto mentre stringe la mano e sorride al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. Una sorta di messaggio a Giorgia Meloni: tregua. Ma, raccontano ambienti vicini al vicepremier, ‘per adesso’. Soltanto per adesso.