Governo, si va verso il modulo 8-4-4: otto ministeri a Fdi, quattro a Forza Italia, quattro alla Lega

Governo, si va verso il modulo 8-4-4: otto ministeri a Fdi, quattro a Forza Italia, quattro alla Lega

Governo, si va verso il modulo 8-4-4: otto ministeri a Fdi, quattro a Forza Italia, quattro alla Lega


La parte da leone la fa Fratelli d’Italia, ma ci sarà pure una casella per i centristi, più due o tre posti riservati a profili tecnici. Però l'incastro non è facile, a partire dal Viminale, che Salvini continua a reclamare, ma che vuole anche Tajani

Giorgia Meloni, come ormai è diventato consuetudine, lavora nel suo ufficio a Montecitorio, per terminare il puzzle dell’esecutivo, ma nella sua agenda c’è molto spazio pure per la politica estera. E allora, il premier in pectore condanna la dichiarazione di Putin di annessione alla Russia di 4 regioni ucraine ‘dopo i referendum farsa, e qualifica il leader russo come ‘una minaccia per la sicurezza europea’.


Lo schema

Tutto quando sembra profilarsi lo schema di massima della leader di Fdi per comporre una squadra di governo di venti ministri, con l'ipotesi di indicare due vicepremier: vale a dire, otto ministeri a Fratelli d'Italia, quattro a Forza Italia, quattro alla Lega, uno ai centristi, più due o tre posti riservati a profili tecnici. Ma l'incastro è non facile, a partire dal Viminale che Matteo Salvini continua a reclamare ma che anche il forzista Antonio Tajani sembra volere. A chi le domanda a che punto sia, la leader della Destra si limita a rispondere: "Ci vuole un incarico per formare il governo". Come a dire che tutto si deciderà solo dopo che Sergio Mattarella le avrà affidato l'incarico di formare l'esecutivo. Ma il risiko partirà già il 13 ottobre dalle presidenze delle Camere. Al Senato la leader della Destra vorrebbe Ignazio La Russa, cofondatore di FdI, perché la maggioranza di 112 senatori su 200 è abbastanza ampia, ma nel tempo potrebbe assottigliarsi, con relative turbolenze da governare. La Camera, in uno schema del genere, andrebbe alla Lega, probabilmente con Giancarlo Giorgetti. Non è detto però che questa soluzione sia praticabile. E allora tornano i nomi di Roberto Calderoli per il Senato e Antonio Tajani per Montecitorio.

Ma vediamo chi sale e chi scende, nel toto-nomi in circolazione tra gli alleati di centrodestra.

Esteri e Affari europei

Agli Esteri restano alte le quotazioni di Elisabetta Belloni, attuale capo dei Servizi. Ma il ministro potrebbe essere anche politico: si citano Antonio Tajani e Raffaele Fitto di FdI. Anche se quest'ultimo sembra più probabilmente destinato agli Affari europei.

Interno e Difesa

Per il Viminale emergono le ambizioni del coordinatore di FI Tajani, ma Salvini lo vuole per sé. Non hanno dubbi i parlamentari della Lega che lo hanno incontrato ieri e a cui avrebbe detto: "Io credo sia giusto che torni a fare il ministro dell'Interno. E' un lavoro che so svolgere, che mi interessa fare, per cui sono finito pure a processo". Ma l'inchiesta su Open Arms è una delle ragioni per cui Meloni ritiene che dare quella poltrona al leghista non sia possibile, perché potrebbe non superare il vaglio del Quirinale. Ecco perché l'offerta sarebbe quella di nominare un uomo a lui vicino, come il parlamentare della Lega ed ex sottosegretario Nicola Molteni o il prefetto, già capo di gabinetto di Salvini, Matteo Piantedosi. Alla Difesa il più quotato resta per ora Adolfo Urso, presidente uscente del Copasir, ma potrebbe finire anche La Russa, se sfumerà per lui la presidenza del Senato.

Economia

Al ministero dell'Economia il più accreditato continua ad essere l'ex ministro Domenico Siniscalco, anche se fino all'ultimo Meloni non dispera di riuscire a convincere Fabio Panetta. Ma Panetta oggi siede nel board della Bce e con le sue dimissioni l'Italia perderebbe un incarico molto delicato e importante.

Infrastrutture e Mare

Alle Infrastrutture la Lega vorrebbe Edoardo Rixi, ma la delega potrebbe che potrebbe andare anche a Salvini, che potrebbe sommare l'incarico a quello di vicepremier. Meloni vorrebbe anche istituire un ministero del Mare, da affidare a un esponente di FdI.

Sviluppo economico ed Energia

Tanti i possibili aspiranti al ministero dello Sviluppo economico, dallo stesso Salvini, all'attuale ministro Giorgetti, anche se lui nega ambizioni nel governo. Al Mise potrebbe comunque tornare la delega Energia, oggi in capo al ministero della Transizione ecologica, che tornerebbe a essere ministero dell'Ambiente.

Welfare e Disabilità

Per il ministero del Welfare è accreditato l'accademico Luca Ricolfi, che la scorsa primavera è intervenuto alla convention milanese di FdI. Alla Sanità aspirerebbe FI con Licia Ronzulli, ma per lei sarebbero possibili anche altre caselle.

Giustizia, Rapporti col Parlamento e Riforme

Alla Giustizia resta in partita, nel delicato Cencelli meloniano, Giulia Bongiorno con il magistrato Carlo Nordio, ma l'esponente della Lega potrebbe anche andare alla Pubblica amministrazione. Ai Rapporti col Parlamento viene accreditato Maurizio Lupi, alle Riforme Marcello Pera. Sottosegretario alla presidenza del Consiglio dovrebbe essere Giandomenico Fazzolari, anche se in partita c'è anche in questo caso La Russa.


Il Pd

Intanto tutto in discussione, dal nome e dal simbolo fino all'identità stessa del Partito Democratico. Enrico Letta illustra agli iscritti, prima ancora che ai dirigenti dem, il percorso del congresso chiamato a riformare il congresso sarà aperto all'esterno, a cominciare dalle forze politiche, come Articolo Uno e Democrazia Solidale, che hanno partecipato alla Lista Italia Democratica e Progressista. In una lettera il segretario annuncia un congresso in quattro fasi che comincia con una "chiamata" a tutti quelli che vogliono essere protagonisti di questa fase. "Abbiamo bisogno di un ver Congresso Costituente", premette Letta. "Per questo vi chiedo di partecipare con passione e impegno, accanto ad altri che spero vorranno raggiungerci per fare insieme un percorso, che proporrò alla Direzione convocata per la prossima settimana, che dovrebbe essere articolato in quattro fasi", spiega il Segretario. La prima fase "sarà quella della 'chiamata'. Durerà alcune settimane perché chi vuole partecipare a questa missione costituente, che parte dall'esperienza della lista 'Italia Democratica e Progressista', possa iscriversi ed essere protagonista in tutto e per tutto". Un mese per raccogliere le forze, un periodo lungo abbastanza da tracciare il solco che delimiterà il nuovo Pd. La seconda fase del congresso Pd "sarà quella dei 'nodi'. Consentirà ai partecipanti di confrontarsi su tutte le principali questioni da risolvere", scrive ancora Letta nella missiva, avvertendo che "quando dico tutte, intendo proprio tutte: l'identità, il profilo programmatico, il nome, il simbolo, le alleanze, l'organizzazione. E quando parlo di dibattito profondo e aperto, mi riferisco al lavoro nei circoli, ma anche a percorsi di partecipazione sperimentati con successo con le Agorà Democratiche". Segue la terza fase, "quella del 'confronto' sulle candidature emerse tra i partecipanti al percorso costituente". Non un casting, ma un "confronto e una selezione per arrivare a due candidature tra tutte, da sottoporre poi al giudizio degli elettori". Un 'doppio turno che mira a dare maggiore forza e rappresentanza al segretario o alla segretaria che verrà. "Infine, la quarta fase, quella delle 'primarie'. Saranno i cittadini a indicare e legittimare la nuova leadership attraverso il voto". 


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