I libri da leggere della settimana, tra “L’ultima danza di Maradona”, “Osebol”, “L’ho uccisa perché l’amavo” e “Nel sangue di Garlasco”

I libri da leggere della settimana, tra “L’ultima danza di Maradona”, “Osebol”, “L’ho uccisa perché l’amavo” e “Nel sangue di Garlasco”

I libri da leggere della settimana, tra “L’ultima danza di Maradona”, “Osebol”, “L’ho uccisa perché l’amavo” e “Nel sangue di Garlasco”   Photo Credit: "Osebol" di Marit Kapla, Garzanti


23 novembre 2025, ore 08:00

Quattro nuovi volumi sotto la lente, tra delitti a base di calcio, viaggi esotici dai ritmi poetici, saggi sulla violenza di genere e inchieste giornalistiche su ingarbugliati casi di cronaca

Sul calendario settimanale è scoccata la domenica, e questo vuol dire che è dunque tornato il momento di una bella full immersion tra le novità a tema letterario. Il giorno del riposo (per i più fortunati, ndr) è anche quello in cui andiamo alla scoperta dei libri da leggere più interessanti delle ultime settimane.

Un frangente dove ogni appuntamento porta con sé un quartetto di titoli tutti da scoprire, che spaziano tra i generi più differenti. Lo sguardo alle ultime puntate di questa rubrica è abbastanza eloquente, vista la presenza nella selezione di titoli come “L’alchimista”, “Le regole della moglie perfetta”, “La cena dei sospetti” e “Assassinio in Cornovaglia”, o ancora “Le meraviglie del minimarket di Cheongpa”, “La donna della cabina numero 10”, “Prova a uccidermi” e “Sul mio cadavere”.

Questa settimana si cambiando libri da leggere di riferimento, certo, ma non il fascino fortemente evocativo che questi ultimi ambiscono a esercitare su lettori e lettrici. Tra i titoli troviamo:

- "L'ultima danza di Maradona" di Giancarlo Dotto (Rizzoli)

- "Osebol" di Marit Kapla (Garzanti)

- "L'ho uccisa perché l'amavo" di Loredana Lipperini e Michela Murgia (Einaudi)

- "Nel sangue di Garlasco" di Gianluca Zanella (Ponte alle Grazie)

L'ULTIMA DANZA DI MARADONA, MISTERI E DELITTI A BASE DI CALCIO

Apriamo le danze – e probabilmente mai metafora fu più azzeccata finora in questa rubrica – con un romanzo dalla forte componente sportiva che, idealmente, punta a uno specifico pubblico di riferimento. Nonostante, di fatto, siamo di fronte a una storia che si rivolge praticamente a tutti, senza distinzione di “credo” (calcistico, per essere precisi).

In cattedra troviamo Giancarlo Dotto, giornalista che annovera collaborazioni con testate nazionali come La Stampa, Il Messaggero e il Corriere dello Sport (oltre a molte altre), che torna sul fronte librario con “L’ultima danza di Maradona”, edito da Rizzoli. Un ritorno, per l’appunto, considerando che già nel più o meno recente passato l’autore ha calcato gli scaffali delle librerie con suoi lavori, come “Nate libere” – in cui raccoglie le voci al femminile con interviste di grandi personaggi del cinema, della musica, della cultura e dello spettacolo – e “Anime pezzenti”. Proprio quest’ultimo lavoro, ambientato nei dintorni di Napoli, ci fornisce l’assist perfetto per il nuovo romanzo, che nel titolo richiama una figura importantissima nell’area partenopea.

Tra le pagine della storia troviamo Werner Falco, un “trafficante di talenti” calcistici dal fiuto molto raffinato. La sua abilità nello scovare perle rare risulta molto utile a tutte le parti in causa, tra presidenti, allenatori e gli stessi calciatori, pescati negli angoli più sperduti che si possa immaginare. La sua carriera è però quasi un ricordo, con la permanenza a Bahia che dovrebbe rappresentare per lui l’ultima tappa del suo viaggio terreno. Questo in teoria, visto che la chiamata dall’Italia lo riporta in patria per cercare di venire a capo di una serie di delitti turba la quiete dell’ecosistema calcistico italiano.

Un racconto pregno di pathos che, con il giusto ritmo, unisce il mistero che fa da sfondo alle vicende del suo protagonista e del mondo sportivo in cui ha sempre orbitato, tra rivalità e tradimenti forzatamente sopiti che finiscono per venire a galla.

OSEBOL, L’ORDINARIO DIVENTA STRAORDINARIO IN UN POEMA IN VERSI

Il secondo dei volumi inclusi nella selezione di questa settimana dei libri da leggere ha un suo fascino esotico per una serie di motivi. Il primo è sicuramente quello inerente l’ambientazione a cui si legano le vicende narrate tra le tantissime pagine che vanno a comporre l’opera. Il secondo riguarda invece le modalità della stessa narrazione scelte per l’occasione dall’autrice.

In “Osebol” di Marit Kapla, pubblicato da Garzanti, i lettori e le lettrici avranno modo di fare un vero e proprio viaggio: destinazione il villaggio omonimo che da il titolo al libro, una bucolica località abbracciata dai boschi e situata nella zona sudoccidentale della Svezia. Un contesto che non rispetta per nulla i ritmi forsennati e instancabili dei grandi centri cittadini, e dove a regnare incontrastata è la natura. La cornice perfetta per la famosa “vita lenta” che tutti, tartassati dallo stress, spesso cerchiamo (invano).

Il richiamo dei grandi centri urbani di cui sopra rappresenta un’attrattiva importante, soprattutto per le nuove generazioni. Ma non tutti decidono di lasciarsi alle spalle il villaggio di Osebol per cercare fortuna altrove. E proprio tra le poche decine di cittadini rimasti, tra coppie, turisti innamoratisi dei luoghi e giovani che hanno scelto di riportare a nuova vita le case di famiglia che ci muoveremo. Il lavoro dell’autrice, durato tre anni e mezzo, è stato quello di intervistare gli abitanti del luogo di età compresa tra diciotto e novantadue anni. I racconti in prosa sono diventati i versi di un vero poema.

Un’opera voluminosa – parliamo di un tomo di oltre ottocento pagine - in grado di raccontare in una maniera unica nel suo genere il vissuto quotidiano, e come si possa trovare straordinarietà anche nell’ordinario.

L'HO UCCISA PERCHÉ L'AMAVO, UN SAGGIO SULLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE

La parentesi di questo fine settimana dei libri da leggere ci porta a confronto con una lettura forte, e che si cala perfettamente nel contesto attuale. In virtù anche della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall'Assemblea Generale della Nazioni Unite nel 1999 e che ricorre il prossimo martedì 25 novembre.

Si intitola “L’ho uccisa perché l’amavo” il saggio di Loredana Lipperini e Michela Murgia pubblicato da Einaudi. Un lavoro che prende spunto da fatti di strettissima attualità che purtroppo sono parte integrante della cronaca contemporanea. Sono sempre tanti, troppi, i casi di femminicidio a cui ci troviamo ad assistere, impotenti nei confronti della loro inesorabilità. Eventi infausti dai connotati e dai “sintomi” ben definiti che, però, molto spesso vengono ignorati. “Amore” e “gelosia” diventano le parole per mascherare un disagio maschile a base di possessività e incapacità di accettare la libertà dell’altra persona.

Il tutto in uno schema che si ripete spesso con una ciclicità quasi rituale: lei vuole lasciare lui (oppure lo ha appena fatto), ma accetta comunque di rivederlo. Lui arriva all’appuntamento “armato” delle peggiori intenzioni (ove non armato direttamente nel senso letterale del termine). Il resto sono fiumi di parole spesi sulle pagine della cronaca nera.

Un lavoro importante e che, nelle intenzioni delle autrici, spinga a creare dibattito non soltanto nelle sedi televisive e, più in generale, tra gli addetti ai lavori dell’ambito giornalistico. Trovare le parole per farlo. E le autrici, attraverso le loro, offrono lo stimolo giusto anche a chi legge il loro lavoro di riuscire a unirsi al coro.

NEL SANGUE DI GARLASCO, IL DELITTO DI CHIARA POGGI AI “RAGGI X”

Chiudiamo la nostra rassegna del weekend dedicata ai libri da leggere con un ultimo volume legato a fatti di cronaca. A un fatto, nello specifico, tornato sotto i riflettori proprio negli ultimi mesi: il delitto di Chiara Poggi. Era il 13 agosto 2007 quando, a Garlasco, in provincia di Pavia, la ventiseienne venne trovata senza vita nella villetta di famiglia dal fidanzato, Alberto Stasi. Ed è stato lo stesso Stasi, a seguito di una vicenda giudiziaria complessa e tortuosa, a essere condannato a 16 anni di carcere per omicidio volontario. A distanza di oltre diciotto anni, le recenti nuove indagini hanno però portato alla luce elementi che spingono a riconsiderare molte cose.

"Nel sangue di Garlasco" di Gianluca Zanella, pubblicato da Ponte alle Grazie, prende in esame proprio il caso giudiziario che ha creato una fortissima divisione tra figure professionali anche molto diverse tra loro. Dagli avvocati ai criminologi, passando per gli opinionisti dei salotti televisivi: non c’è mai stata unanimità di giudizio sulla vicenda, considerando la quantità di elementi che non tornano. Tra errori inspiegabili, possibili depistaggi, strani suicidi e tanto altro.

Un caso che, sulla carta, era stato ampiamente chiuso ma che negli ultimi mesi è tornato al centro dell’attenzione mediatica. E che potrebbe portare a un clamoroso colpo di scena, con conseguente e pesantissimo errore giudiziario a corredo. Un dedalo di possibilità all’interno del quale l’autore, studioso del caso da anni e tra i massimi esperti in materia, prova a orientare i lettori e le lettrici con strumenti d’inchiesta curatissimi.

Un libro che non mira a dare risposte, ma piuttosto spinge a porci delle domande per provare a trovare le risposte giuste dove altri non sono (finora) riusciti. Il tutto all’interno di un libro dalla foliazione generosa, che si ferma poco prima delle quattrocento pagine.


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