Il biotech punta su carne in provetta e pelle vegetale

Il biotech punta su carne in provetta e pelle vegetale

Il biotech punta su carne in provetta e pelle vegetale


17 aprile 2019, ore 09:00

Dalle giovani startup italiane tante idee per salvare l'ambiente

Bistecche coltivate in provetta, mescolando sapientemente muscolo e grasso per salvaguardare il gusto oltre che ridurre l'impatto ambientale degli allevamenti. E ancora, borse e cinture di pelle vegetale ottenuta da funghi e scarti agricoli, per abbattere i costi e le emissioni inquinanti della concia. Sono tante le idee sostenibili del biotech italiano presentate dalle startup finaliste di 'BioInItaly Investment Forum', la due giorni organizzata per fare incontrare imprese e progetti innovativi alla ricerca di capitali con investitori di tutto il mondo. A catalizzare l'attenzione, facendo incetta di premi, è stata la startup Mogu, che aveva già partecipato all'iniziativa nel 2015 con il bio-polistirolo, prodotto grazie alla fermentazione operata da funghi 'nutriti' con scarti agricoli e alimentari. "Ora stiamo per sbarcare sul mercato con i nostri primi prodotti, ovvero dei pannelli fonoassorbenti di design per interni, ma allo stesso tempo stiamo lavorando a una nuova applicazione della nostra biotecnologia che punta a creare un materiale innovativo, simile alla pelle, per il mondo della moda", spiega Gianluca Belotti, business development manager di Mogu. E' invece ancora in fase embrionale il progetto della startup Bruno Meat, che si costituirà a breve per studiare una nuova 'ricetta' più sostenibile con cui produrre la carne in provetta a partire da cellule staminali. "Ci sono ancora molte criticità che impediscono di portare il processo produttivo sperimentato in laboratorio su scala industriale", spiegano i ricercatori. Il problema principale restano i costi proibitivi, "dovuti ai materiali e alle condizioni necessarie a produrre la carne coltivata: i protocolli prevedono l'uso di fattori di crescita e differenziamento cellulare molto cari e perfino di origine animale, cosa assolutamente in contrasto con l'obiettivo di ridurre il ricorso agli allevamenti", sottolineano i ricercatori.