In Italia aumentano i lavoratori nel settore pubblico, in 10 anni +2,5% dipendenti pubblici, è boom di contratti a termine

In Italia aumentano i lavoratori nel settore pubblico, in 10 anni +2,5% dipendenti pubblici, è boom di contratti a termine

In Italia aumentano i lavoratori nel settore pubblico, in 10 anni +2,5% dipendenti pubblici, è boom di contratti a termine   Photo Credit: foto agenzia fotogramma.it


28 dicembre 2022, ore 22:05

Più donne che uomini, ma poche raggiungono i vertici del servizio pubblico, sono in aumento i lavoratori in questo settore, ma è boom di contratti a termine

Aumentano i lavoratori del pubblico impiego con boom dei contratti a termine, con una prevalenza di donne, che però non riescono a salire ai vertici e sempre alle prese con digitalizzazione e sicurezza. È questa la fotografia scattata dall'Istat nel censimento sulle istituzioni pubbliche che risale al 2020, contando in totale 12.780 unità tra amministrazione centrale e locale, camere di commercio, università pubbliche, enti del Servizio sanitario nazionale, di ricerca e non economici. Complessivamente sono 3,6 milioni i lavoratori impiegati nel settore pubblico. Quasi 3,4 milioni sono dipendenti, mentre più di 205 mila sono occupati con altre forme contrattuali tra collaboratori, atipici e temporanei.


Lavoro a tempo determinato

L’aumento dei lavoratori nel settore pubblico c’è stato, ma la spinta è arrivata dai contratti a tempo determinato. Tra il 2011 e il 2020 i dipendenti pubblici, escludendo Forze di polizia e armate e chi ha un lavoro all'estero, è aumentato del 2,5%. Si tratta di oltre poco meno di 3 milioni di lavoratori e questo incremento è dovuto al fatto che i contratto a termine sono aumentati in doppia cifra. Ben il 58,9% in più, ovvero +145 mila unità. In calo, invece (-2,8%) quelli a tempo indeterminato, che corrisponde al -73 mila unità). A caratterizzare questi numeri sono state la politica di contenimento della spesa pubblica e la limitazione del turnover dei dipendenti. Anche il Covid ha influito sull’andamento. Soprattutto nel comparto scuola e negli enti del Servizio sanitario nazionale per far fronte alla pandemia, si legge nel report.


Donne più degli uomini

Dai dati pubblicati dall’Istat emerge che a crescere di più è stata l'occupazione femminile che nella Pubblica amministrazione raggiunge i 2,1 milioni con una quota pari al 58,5% del personale in servizio (sui 3,6 milioni in totale). Le donne sono impiegate maggiormente negli enti della sanità pubblica (67,6%) mentre lo sono meno nelle università pubbliche (49,6%). Le donne sono maggiormente utilizzate anche nelle Regioni (51%). Anche analizzando i contratti a tempo determinato, le donne prevalgono sugli uomini in quelli (13,6% contro 9,1%). La pecca è che la presenza del gentil sesso ai vertici delle istituzioni pubbliche resta limitata anche nel 2020: le donne sono il 15,7%. Un divario che emerge soprattutto a livello territoriale: al Sud i vertici femminili sono solo il 11,4%, mentre al Nord-est quelli più alti 19,4%.


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